Chi c’è dietro all’attentato dell’altro ieri alla maratona di Boston quando, sulla linea di arrivo della gara, sono esplose due bombe che hanno ucciso tre persone e ferito almeno 140 tra podisti e astanti alla gara? D’istinto la memoria torna all’11 settembre e a un certo tipo di terrorismo islamico che è stato visto troppe volte in azione. Ma le circostanze stesse dell’attentato avvenuto il 15 aprile a Boston, il fatto cioè che gli ordigni siano deflagrati durante un evento sportivo, richiamano alla mente anche l’attentato alle Olimpiadi di Atalanta del 1996, quando Eric Rudolph, un cittadino americano appartenente a un gruppo estremista ultracristiano, posizionò una bomba al Centennial Olympic Park di Atlanta uccidendo due persone. Nulla può essere dato per scontato, in casi del genere, ma come spiega Lorenzo Vidino dell’Università di Zurigo, esperto di terrorismo islamico e violenza politica, formulare alcune ipotesi che possano restringere il campo delle indagini è certamente più economico che cercare indiscriminatamente (e ovunque) il colpevole.
Dal momento che certezze ancora non ce ne sono, come ci si può orientare?
Da un punto di vista prettamente logico le ipotesi più plausibili sono due: questi terroristi vanno cercati nel mondo molto variegato dell’estrema destra americana oppure in quello altrettanto multiforme del fondamentalismo islamico.
Per quali motivi potrebbero essere stati gli estremisti di destra?
Perché già in passato fondamentalisti antigovernativi americani sono stati autori di simili attentati. Viene subito in mente quello di Atlanta del ’96: l’occasione era un grosso evento sportivo e gli ordigni esplosivi – non molto sofisticati – furono nascosti in cassonetti. Ma anche perché la data del 15 aprile è significativa (come del resto è significativo che sia stata scelta la multiculturale maratona di Boston, simbolo di un’America aperta al mondo) perché è il giorno del pagamento delle tasse federali, che l’estrema destra vuole abolire.
Se invece l’attentato fosse da ricondurre alla matrice islamica, significherebbe che dietro c’è Al Qaeda?
Non necessariamente. La responsabilità potrebbe anche essere di qualcuno che aderisce all’ideologia di Al Qaeda senza però avere legami diretti con il Medio oriente. Il responsabile magari non è venuto da fuori, ma vive ed è cresciuto a Boston e può aver agito in modo indipendente sul territorio americano.
Il fatto che le bombe siano state prodotte “artigianalmente” potrebbe far confluire i sospetti su un gruppo piuttosto che un altro?
Inizialmente quello delle bombe “fatte in casa” era un modus tipico di alcuni gruppi mediorientali, ma dal momento che i terroristi imparano da terroristi, nel corso del tempo altri gruppi di tutt’altra ideologia hanno preso spunto da loro. Che le bombe fossero piene di chiodi e biglie di ferro non rende l’attentato attribuibile a un gruppo piuttosto che a un altro, ma è solo indice dell’intento forte di voler uccidere: non è stato un atto dimostrativo.
Mentre che nessuno rivendichi può essere indice di qualcosa?
Anche questo, purtroppo, è un modus operandi di moltissimi gruppi: Al Qaeda raramente rivendica l’attentato se non molto tempo dopo e lo stesso vale per l’estrema destra: a volte rivendica a volte no. Potrebbe anche essere – ma non credo sia questo il caso, anche se niente è da escludere – che la rivendicazione sia stata fatta ma solamente alle autorità, che non hanno ancora reso pubblico il fatto per motivi investigativi.
Lei circoscrive le probabilità a due soli gruppi ma potenzialmente ora come ora potrebbe essere stato chiunque.
Il vero problema è che negli ultimi anni è emersa una tipologia di terrorismo inquietante… quella del “terrorismo fa da te”: cellule isolate prendono spunto da ideali islamici o di estrema destra, o altri ancora, riescono in qualche modo a recuperare delle nozioni in fatto di confezionamento di esplosivi e agiscono. Il fatto che le due bombe esplose, a Boston, non fossero di grande potenza fa di questi attentatori dei dilettanti e potrebbe far credere che si sia trattato di qualche cellula isolata.
Ma, dati storici alla mano, è possibile che non si scopra mai chi è stato?
Ci sono stati altri attentati nel passato, come quello di Atlanta, per i quali ci sono voluti anni per arrivare a scovare i colpevoli.
Quindi le indagini potrebbero anche protrarsi a lungo?
Sicuramente queste prime ore sono decisive e intensissime per gli investigatori, che si stanno muovendo essenzialmente su due fronti: sulle analisi forensi dell’esplosivo (ad esempio la provenienza delle biglie) e sullo studio delle videoregistrazioni delle telecamere presenti in centro a Boston, che devono aver ripreso qualcosa. Non ci resta che attendere, anche se credo che entro un paio di giorni qualcosa verrà per forza a galla.