Nuove scioccanti rivelazioni dal libro di Amanda Knox, Waiting to Be Heard(aspettando di essere ascoltata): la Knox, quando era in carcere, imputata dell’omicidio di Meredith Kercher, aveva meditato il suicidio. Era disperata, e non poteva pensare di restare in galera per tutta la vita. Così, aveva pensato di togliersela. Aveva pensato di avvelenarsi con la candeggina, di ingoiare dei frammenti di vetro, di utilizzare una penna rotta, di impiccarsi, di sbatter la testa contro il muro e di tagliarsi le vene. Quest’ultimo le pareva, scrive nel libro, il metodo più dignitoso, anche se, probabilmente, il meno efficace. La Knox, dopo esser stata assolta in appello nel 2011, è tornata in America. Ora, tuttavia, la Corte di Cassazione ha annullato il verdetto. E il processo è da rifare. Ovviamente, gli Usa non concederanno mai l’estradizione. Tutto ciò non è sufficiente per garantirle una certa serenità. «Vengo colta di sorpresa e tutto ad un tratto mi sento sopraffatta da un sentimento di impotenza e disperazione e paura persino della speranza», ha spiegato, confessando che le capita di essere paralizzata dall’ansia.



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