Il 23 aprile si festeggia San Giorgio, martire di Lydda, onorato anche dai musulmani come profeta. Della vita del santo e della sua figura si hanno poche notizie certe, le poche informazioni che ci sono pervenute sulla sua vita le troviamo nella scrittura “Passio Georgii” che nel 496 è stata classificata come libro apocrifo. Originario della Cappadocia, Giorgio era figlio di Geronzio persiano e Policromia cappadoce. Fin da bambino la sua famiglia, che era profondamente cristiana, lo educò seguendo gli insegnamenti di Gesù. Diventato adulto entrò a far parte dell’esercito romano dell’Imperatore Diocleziano (altre fonti parlano dell’esercito di Daciano imperatore dei persiani). In battaglia fu un soldato valoroso al punto di diventare una guardia imperiale. L’imperatore Diocleziano, pagano, si adoperò all’intensificazione della persecuzione dei cristiani emanando un editto nel 303 che si estendeva in tutto l’impero.
Alla notizia il santo donò tutte le sue ricchezze ai poveri e si presentò davanti all’Imperatore protestando apertamente contro l’editto. Confessò di essere un seguace di Cristo e fu invitato a rinnegare la sua fede, ma lui rifiutò. Venne torturato e poi messo in prigione. Nella sua cella ebbe la visione del Signore che gli predisse sette anni di tormenti, tre volte la morte e tre resurrezioni. Le agiografie parlano di fatti alquanto incredibili. Un episodio tra i più famosi è sicuramente ciò che avvenne nella città di Beirut: presso il Monte Libano c’era un grande lago abitato da un grosso drago a forma di serpente che uscendo dall’acqua divorava chiunque si trovasse sul suo cammino. Il sovrano del posto decise che ogni giorno dovevano sorteggiare un figlio del villaggio da dare in pasto al drago e che quando sarebbe arrivato il suo turno promise che avrebbe sacrificato la sua unica figlia. Arrivò il giorno che toccò alla figlia del sovrano. Nonostante le suppliche della ragazza, la vestì dei sui abiti più belli e la mandò verso il lago. All’improvviso, la ragazza vide arrivare San Giorgio armato di lancia in groppa al suo cavallo. Lo supplicò di salvarla da morte certa. San Giorgio si fece il segno della croce e trafisse la gola del drago con la sua lancia dicendo: “Nel nome del Padre, Figlio e Spirito Santo“. Poi disse alla ragazza di legare al collo del drago la sua cintura per trascinarlo verso la città. Alla vista del drago fuggirono terrorizzati, ma il santo disse loro di avere fede nel Signore perché lo aveva mandato a salvarli. Finì il drago con la spada. In quel giorno si convertì al cristianesimo un grande numero di persone che furono battezzate e dopo qualche tempo eressero una chiesa dedicata al culto del santo.
Un altro episodio parla di una ruota intrisa di chiodi e spade scagliata contro il santo dal mago Anatolio. La ruota tagliò il corpo del santo in due parti,il santo resuscitò e operò la conversione del mago e di tutti i suoi soldati uccidendoli a fil di spada. Ancora si narra che san Giorgio entrò in un tempio pagano spazzando via con un soffio tutti gli idoli di pietra e fece convertire l’imperatrice Alessandra che venne martirizzata.
Prima di essere decapitato per la condanna a morte comandata dall’imperatore Diocleziano il santo implorò il Signore di incenerire lo stesso imperatore e i 72 re che aderirono all’editto. Dio esaudì la sua preghiera. Prima di essere decapitato promise protezione a chi avrebbe onorato le sue reliquie che sono conservate a Lydda, odierna Lod presso Tel Aviv, in Israele.
È patrono di Inghilterra, Portogallo, Lituania, regioni spagnole e di città italiane come Campobasso, Genova e Ferrara. È anche considerato il patrono dei cavalieri, dei militari, degli scout e degli arcieri. Viene invocato contro malattie come la peste e la lebbra, contro i serpenti velenosi e contro le eruzioni vulcaniche.