Un caso mai risolto, quello della scomparsa di Emanuela Orlandi, ma che a quasi trent’anni di distanza continua a far parlare, prima con il ritrovamento del presunto flauto ella 15enne che sparì nel nulla da Roma il 22 giugno 1983, e adesso con l’autodenuncia di M. F. A., l’uomo che avrebbe fatto rinvenire lo strumento. “Ho sequestrato io Emanuela Orlandi”, avrebbe detto il superteste, sostenendo di essere stato “uno dei principali telefonisti” del rapimento, organizzato “dal nucleo di intelligence di cui facevo parte per esercitare pressioni sulla Santa Sede” e strettamente collegato alla scomparsa, a maggio dell”83, di un’altra ragazza, Mirella Gregori. “Per entrambe all’inizio fu allontanamento volontario”, avrebbe confessato l’uomo, “in quanto creammo una trama di amiche con cui si allontanarono”. L’uomo sostiene anche di essere stato contattato da ecclesiastici che gli proposero di “collaborare con sacerdoti un po’ peccatori per creare situazioni da usare contro certi Paesi dell’Est”. Insomma, una tesi, la sua, per certi versi non del tutto inedita e ben lungi ancora dall’essere reputata verosimile dagli inquirenti. Per una serie di motivi, il “caso Orlandi” non passa mai di moda, e l’ignoto testimone potrebbe essere solo l’ultimo di una lunga serie di mitomani che hanno voluto dire la loro sulla sparizione della giovane cittadina vaticana. È di questo avviso anche il criminologo e scrittore Luca Steffenoni, che in merito alle parole del nuovo “superteste” si è mostrato comprensibilmente prudente.



Perché pensa che il testimone sia poco attendibile?
Ho l’impressione che questo testimone peschi in cose già scritte: la pista dei Paesi dell’Est era già stata trattata dal giudice Ferdinando Imposimato che si era occupato del caso e che l’aveva esposta a chiare lettere nel libro “Vaticano. Un affare di Stato. Le infiltrazioni, l’attentato. Emanuela Orlandi”.



Quindi potrebbe non esserci nessuna svolta nelle indagini?
È un po’ presto per dei riscontri, ma sono un po’ perplesso. Non vedo grandi novità in questa testimonianza. Mi sembra poco plausibile soprattutto il fatto che la ragazza possa essere viva e soprattutto che si sia allontana volontariamente. Come non mi convince il fatto che si tiri mezzo anche l’altra 15enne scomparsa nell”83, Mirella Gregori.

La connessione tra le due sparizioni era sostenuta anche da Imposimato.
Già, viene da chiedersi se questo superteste non sia un mitomane che abbia semplicemente letto il libro del magistrato… In ogni caso bisogna aspettare i risultati delle indagini prima di potersi esprimere con un certo margine di sicurezza.



Non sarebbe il primo “mitomane” a dire la sua sul caso.
Esattamente, pensi che io stesso vent’anni fa, quando lavoravo per un giornale di cronaca nera, fui contattato da un fantomatico testimone che mi mandò dei nastri con riprese che immortalavano, a suo dire, una presunta Emanuela Orlandi su una spiaggia in Turchia. Mandammo tutto al giudice e non se ne fece nulla. Insomma, mitomani su questo caso ce ne sono stati, eccome!

Perché dopo 30 anni – e soprattutto in questi ultimi mesi – si continua a parlare con insistenza della scomparsa di Emanuela?

L’elemento “Vaticano” in questo momento fa audience, soprattutto da quando è stato eletto il nuovo papa, e lo stesso testimone lo ammette quando dice di essersi deciso a parlare solo ora che con Bergoglio c’è un clima diverso. Ma non solo, ci sono molte persone che cercano visibilità o che vogliono accreditarsi come informatori per avere dei vantaggi, che possono essere di natura processuale o carceraria. Ali Agca, per citare l’esempio più clamoroso, ci ha campato per decenni su questa storia, ogni volta inventandosene una diversa!

E qual è il motivo per cui tutta l’attenzione mediatica è sempre stata focalizzata sulla Orlandi e della Gregori nessuno ha mai parlato più tanto?
Semplice: la prima era una cittadina vaticana, figlia di un commesso della Prefettura della Casa Pontificia. Il caso Gregori, dal momento che la ragazzina era italiana, è un argomento mediaticamente meno appetibile rispetto a un presunto intrigo nella Santa Sede!

Che fine ha fatto, allora, Emanuela Orlandi?
Qui entriamo nel campo delle ipotesi. Io ho sempre delle spiegazioni abbastanza lineari: la Storia del Delitto insegna che i casi che fanno molto discutere sono in realtà più semplici di quello che si creda. Più che complotti, Kgb, servizi segreti, io credo che sia stata una storia interna al Vaticano.

Sia più preciso.
Forse qualcuno rapì la ragazza per fare un favore a un prelato che in qualche modo si era invaghito di lei. E ad operare materialmente il rapimento potrebbe essere stata una persona appartenente alla banda della Magliana per sequestrare la Orlandi. Anche se dire Magliana è dire niente, perché a Roma, in qualche modo, tutta la malavita era legata a quella banda. E quindi in quel caso qualsiasi malavitoso potrebbe essere stato, tanto più che per rapire una ragazzina non servono dei professionisti.

La soluzione del caso potrebbe essere meno complicata di quello che si è sempre pensato…
Già, ma c’è da dire che non sempre le soluzioni semplici piacciono al pubblico.