L’attacco di hacker auto definitisi amici del Pd (ma il Pd ha smentito alcun collegamento) ha provocato l’intervento del Garante per la privacy che ha definito l’attacco un fatto gravissimo che può portare a conseguenze penali. Come si sa nei giorni scorsi alcuni individui avevano reso noto di essere penetrati nella corrispondenza mail privata dei parlamentati del M5S, minacciando di renderla pubblica se non venivano rese note le dichiarazioni dei redditi di Grillo e Casaleggio nonché gli introiti del blog di Beppe Grillo. Si è scatenata nelle ore successive una caccia agli hacker anche da parte della famosa rete di Anonymous, anche loro hacker, che sarebbero risaliti all’identità di coloro che hanno messo in atto il ricatto ai Cinque stelle. Sembra che abbiano adesso intenzione di rivelarne l’identità. Tornando al Garante, ha sottolineato come quanto fatto “costituisce una lesione della privacy il comportamento degli hacker che avrebbero copiato i contenuti delle email, ma potrebbero verificarsi delle violazioni anche da parte dei mezzi di informazione che si prestassero a ripubblicare i contenuti eventualmente resi noti dagli stessi hacker”. Va infatti tenuto conto, ha aggiunto, che nella corrispondenza violata ci possono anche essere elementi della vita privata dei parlamentari, e magari anche foto e filmati personali. E’ intanto al lavoro la Polizia postale che sta cercando di risalire all’identità degli hacker. In questo senso gli Anonymous italiani sarebbero appunto collaborando con la polizia postale.



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