Il 27 aprile si festeggia Santa Zita, vergine, vissuta tra il 1218 e il 1278. Non si hanno notizie certe sul luogo di nascita della Santa: alcune fonti dicono sia nata a Monsagrati (Lucca), il padre Giovanni Bernaboni della Colla e la madre erano nativi di quel luogo, successivamente la famiglia si trasferì a Lucca quando lei era ancora molto piccola. Alla Colla di Succisa si trovano “la casa di Santa Zita”, sulla quale è stato costruito un tempietto in suo onore, il “campo di Santa Zita” e “la fontana di Santa Zita”, dove la Santa era consueta lavarsi prima di recarsi a messa. Zita era nata da una famiglia povera e proprio per questo a soli dodici anni fu costretta a prendere servizio come cameriera presso la casa della famiglia Fatinelli a Lucca. La giovanetta fin da subito si fece apprezzare per la sua generosità e bontà d’animo sia dai poveri del paese che dalla stessa famiglia Fatinelli per il suo impegno nel lavoro.



Narra una leggenda che una domestica della famiglia, invidiosa dell’affetto che tutti nutrivano per la piccola, cominciò a insinuare nella mente del padrone che Zita rubasse in casa ciò che poi lei donava ai bisognosi. Un dì l’uomo incontrò Zita e notò che la ragazza nascondeva qualcosa sotto il suo grembiule. A quel punto egli le chiese cosa portasse così di nascosto e la ragazza, intimorita, rispose che aveva solo dei fiori che aveva appena raccolto. Zita in realtà aveva preso del pane da dare ai poveri, ma temeva le ire del padrone e non riuscii a dirgli la verità. In quel preciso istante il grembiule si sciolse e caddero proprio dei fiori.



Per quaranta anni condusse una vita santa ed esemplare fino all’anno della sua morte, avvenuta nel 1278. Il 5 settembre 1696 papa Innocenzo XII sancì il culto della Santa e, oltre che essere stata proclamata patrona della città di Lucca, viene anche venerata come protettrice delle domestiche, delle casalinghe e dei fornai. I fedeli di Lucca vollero che il suo corpo venisse sepolto nella Basilica di San Frediano e la tradizione riporta che sia rimasto assolutamente integro, almeno fino all’ultima ricognizione del 1652.

Il suo corpo si può tutt’ora osservare custodito in una teca di vetro proprio nella Basilica di San Ferdinando. Il culto di Santa Zita divenne così sentito in tutta la Toscana da essere citata anche da Dante Alighieri. Il poeta, parlando di un magistrato di Lucca, lo definì un “anzian di Santa Zita” intendendo dire “di Lucca“. Tutto questo avveniva ancora prima che la santa venisse canonizzata, a indicare la grande devozione verso la figura di Zita. Alla santa sono stati attribuiti molti miracoli compiuti nel corso dei tempi. 



Nel ‘900 si ritiene che due fatti inspiegabili e miracolosi siano dovuti alla protezione della santa: il ritrovamento del piccolo Dorino Antiga, improvvisamente scomparso nell’aprile del 1917 a soli 2 anni e l’inceppamento del cannone tedesco che avvenne nell’attimo in cui stava per colpire la chiesa dedicata alla santa poco dopo aver bombardato il paese il 26 aprile 1945. A lei è intitolata la congregazione femminile delle Suore Oblate dello Spirito Santo, detta anche Istituto di Santa Zita.