Un nuovo supertestimone fa la sua improvvisa comparsa a quasi 33 anni di distanza dal 27 giugno del 1980, quando il DC-9 di linea della compagnia aerea italiana Itavia, decollato dall’aeroporto di Bologna con destinazione Palermo, precipitò senza motivo apparente nel Mar Tirreno, tra le isole di Ustica e Ponza, un minuto prima delle nove di sera. Tutti gli 81 occupanti dell’aereo, tra i quali 11 minorenni e quattro membri dell’equipaggio, persero la vita e la maggior parte delle salme non fu mai recuperata. Le indagini – inizialmente incentrate su una presunta “pista terroristica” – nel corso del tempo hanno ufficialmente smentito l’ipotesi che l’aereo sia precipitato a causa dello scoppio di una bomba nascosta a bordo o per un cedimento strutturale, e si sono orientate verso l’ipotesi di un missile aria-aria non destinato al DC-9.



Quella che venne poi battezzata come “la strage di Ustica” è un mistero nel quale sono coinvolte potenze internazionali, un segreto fatto di silenzi e di omertà, di morti sospette e di migliaia di pagine di indagine. I testimoni ascoltati nel corso dei decenni sono stati quattromila e ora, stando alle parole del quotidiano La Repubblica, ne è saltato fuori uno sconosciuto, un pilota di linea di Alitalia. Dopo aver tenuto al bocca ben cucita per 33 anni, l’uomo si è deciso a rivelare che, sorvolando Ustica con il suo aereo pochi minuti prima della tragedia, notò in mare “una flottiglia di navi” delle quali una “sembrava una portaerei” senza però riuscire, trovandosi a ottomila metri di altezza, a capire di che nazionalità fossero. Le sue sono le parole di un tardivo mitomane oppure di un uomo che vide davvero qualcosa? Al giornalista Sandro Provvisionato, grande esperto di “misteri d’Italia”, per dirla con il titolo di un suo libro, abbiamo chiesto se il nuovo “superteste” potrà cambiare i destini di quest’infinita e drammatica indagine.



Non suona un po’ strano il fatto che quest’uomo, che allora preferì stare zitto perché alcune persone che sapevano qualcosa erano morte misteriosamente, abbia deciso di testimoniare dopo così tanti anni?

La prima morte di una persona connessa alla strage risale all’87, quindi penso che quest’uomo ne abbia avuto di tempo per dire ciò che dice di aver visto senza temere per la sua vita. E poi, uno che sa di aver visto qualcosa di potenzialmente utile alle indagini non telefona, come ha detto il pilota a Repubblica, a una trasmissione in tv, il Telefono giallo, ma va dritto dal magistrato!



È da reputare credibile una testimonianza così tardiva?
Nonostante la singolarità del caso, credo comunque che valga la pena approfondire l’argomento “portaerei”, che all’epoca non fu analizzato. Che quella vista dal pilota possa essere la portaerei francese Clemenceau, della quale non è mai stata chiarita la posizione al momento dell’incidente? Il nuovo testimone dovrebbe essere più preciso sul punto in cui vide le navi.

E quindi potrebbe essere stata la Clemenceau a far partire il missile responsabile dell’accaduto?

No, lo escluderei con certezza, dal momento che quello che colpì o sfiorò il Dc-9 era un missile aria-aria, non terra-aria, e quindi necessariamente lanciato da un velivolo che non è escluso possa essere decollato dalla Clemenceau. Questo avvalorerebbe ulteriormente l’ipotesi in base alla quale a sganciare il missile sia stato un aereo francese.

 

Come ammise Cossiga – che all’epoca della strage era Presidente del Consiglio – nel 2007, sostenendo che il Dc-9 fosse stato colpito al posto di un Mig libico a bordo del quale si sospettava ci fosse Gheddafi…
Certo: il Mig potrebbe aver scatenato una battaglia aerea nella quale si ritrovò in mezzo il Dc-9, poi colpito di striscio da un missile diretto contro il Mig, o urtato dallo stesso velivolo libico che l’avrebbe fatto così precipitare e non – come alcuni hanno erroneamente detto – facendolo esplodere.

 

E chi voleva abbattere il Mig?
Quella sera si stava tenendo, da parte della Nato, un’esercitazione sul Mediterraneo dal nome tristemente profetico di “Ingorgo infernale”. E della Nato sa bene che fa parte anche la Francia…

 

Ma perché, se sembra proprio che ci sia di mezzo lo zampino della Francia, non c’è ancora un responsabile “ufficiale” per la strage di Ustica?
Perché Ustica è un segreto di Stato, un segreto enorme che all’epoca metteva in discussione – oggi forse in misura minore – i rapporti tra Italia e Stati Uniti, Italia e Francia, Italia e Nato…

 

La verità verrà mai ufficialmente a galla?
La verità si sa: Italia, Stati Uniti e Francia sanno come si svolsero i fatti. Non credo però che ci sarà mai una verità giudiziaria: non c’è una prova schiacciante, quella che gli americani chiamano la “pistola fumante”, che possa “incastrare” la Francia. Dal punto di vista giudiziario, dopo tutti questi anni – come è stato già per la strage di piazza Fontana – dubito si possa arrivare alla verità. Io punto più all’affermarsi di una verità storica, perché il tempo che passa lavora contro la giustizia.