Sembra che gli inquirenti siano sempre più vicini alla scoperta dell’identità della donna il cui figlio potrebbe (o dovrebbe) essere l’assassino di Yara Gambirasio, la 13enne di Brembate Sopra, nel bergamasco, uccisa il 26 novembre del 2010. Sugli slip e sui leggings della vittima vennero ritrovate minuscole gocce di sangue, e gli investigatori sottoposero dunque mezza provincia di Bergamo al prelievo di campioni per confrontare i Dna dei reperti con quello degli abitanti della zona. Confrontando i profili genetici con metodi ritenuti affidabili al 99%, i genetisti risalirono a quello di un uomo morto nel ’99, Giuseppe Guerinoni, la cui salma fu persino riesumata: secondo le indagini scientifiche costui dovrebbe essere il padre dell’uomo cui appartengono le tracce ematiche presenti sulla vittima. Peccato solo che il Dna dei figli noti di Guerinoni non corrisponda a quello dell’omicida, fatto che avrebbe potuto bloccare le indagini a meno che non fosse emersa la testimonianza di ex collega di Giuseppe, come lui autista. Un 75enne di Parre, infatti, ha raccontato negli scorsi giorni che il defunto amico gli confidò di aver avuto un figlio illegittimo da una ragazza di San Lorenzo, frazione di Rovetta, paese alle porte di Clusone. “È una donna di queste zone”, ha detto il superteste. E ha continuato: “Un giorno Guerinoni mi disse del fattaccio: aveva messo nei guai una ragazza con cui aveva una relazione”. I fatti risalirebbero a una cinquantina di anni fa, età del presunto assassino, e – secondo alcune indiscrezioni – sembra che la polizia si stia avvicinando alla madre del killer e le ricerche si sono ora concentrate in alta valle Seriana, dove la donna potrebbe essere ancora residente. Gli ottimisti dicono che è questione di ore, e l’omicida della giovane Yara avrà finalmente un volto. O, almeno, una madre. E Guerinoni potrà, finalmente, godersi il suo eterno riposo.



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