Nuovi disagi sono previsti domani, lunedì 8 aprile in vista dello sciopero dei mezzi pubblici indetto dalla sigla sindacale USB Lavoro Privato. L’agitazione durerà quattro ore con modalità diverse di città in città, ma in tutti i casi saranno comunque a rischio le corse di bus, tram e metropolitane. Nella capitale i lavoratori incroceranno le braccia dalle ore 20 alle 24 e in questo lasso di tempo saranno a rischio le corse Atac (bus, tram, filobus, metropolitane) ma anche le ferrovie Roma-Lido, Termini-Giardinetti e Roma-Viterbo. A Milano lo sciopero si svolgerà dalle 19 alle 22 per i mezzi Atm, mentre a Torino la Gtt garantisce il servizio urbano e suburbano dalle ore 6 alle ore 9 e dalle 12 alle 15. A Bologna l’agitazione che fermerà i servizi automobilistici e filoviari della TPER si svolgerà dalle 9 alle 13, mentre per i servizi ferroviari TPER lo sciopero di 4 ore sarà dalle 9 alle 13 sulle linee della rete di competenza FER (Bologna-Portomaggiore, Bologna-Vignola, Ferrara-Suzzara, Ferrara-Codigoro, Reggio Emilia-Guastalla, Reggio Emilia-Sassuolo, Reggio Emilia-Ciano d’Enza, Modena-Sassuolo e Parma-Suzzara). Infine a Napoli i lavoratori Anm si fermeranno dalle ore 9 alle 13. Lo sciopero, si legge in una nota diffusa del sindacato, “è indetto per il rinnovo del Contratto Nazionale, scaduto da oltre 5 anni; contro lo smantellamento del Trasporto Pubblico Locale, con le pesanti ricadute su dipendenti e cittadini; contro il sistematico smantellamento delle normative, dei diritti e dell’occupazione e contro gli accordi sulla flessibilità; contro una politica dei redditi, sostenuta dalla concertazione sindacale, che anno dopo anno ha prodotto una perdita del potere d’acquisto degli stipendi di almeno il 17,9%”. Ma anche “per una politica salariale che metta fine all’impoverimento dei lavoratori; per un rilancio complessivo del Trasporto Pubblico Locale, affinché le risorse siano utilizzate per il miglioramento del servizio e non per ripianare i debiti creati dalle aziende attraverso una cattiva gestione; per sconfiggere la concertazione sindacale che, al massimo rallenta gli effetti rovinosi delle scelte neoliberiste senza impedire l’arretramento dei livelli di tutela dei lavoratori”.