L’8 aprile 2013 si festeggia San Dionigi (conosciuto anche con il nome di Dionisio), vescovo di Corinto, santo e martire greco. Il suo nome significa “consacrato a Dioniso”, divinità della religione greca, corrispondente al romano Bacco, dio del vino e della vendemmia. Di San Dionigi non si sa molto, essendo arrivate fino a noi soltanto pochissime notizie certe, le quali sono state stilate essenzialmente da due studiosi: da Eusebio di Cesarea e, anche se in maniera decisamente minore, da San Girolamo, che ne ha scritto nel “De viris illustribus, XXVII”. San Dionigi è commemorato come martire. Purtroppo, però, anche in questo caso, non sono arrivate fino a noi informazioni certe relative alle circostanze che lo hanno portato alla morte, che risulta ancora misteriosa.



Dionigi di Corinto è considerato santo dalla Chiesa Ccattolica, da quella Copta e da quella Ortodossa, e nel “Martiriologo Romano” viene ricordato e commemorato come persona dotata di una conoscenza per certi versi “mirabile” del verbo del Signore. Tra i suoi meriti – stando sempre a quanto scritto nel “Martiriologo Romano” – ci sarebbe anche quello di aver istruito i fedeli della sua stessa città e i vescovi di quelle limitrofe: i primi sarebbero stati educati attraverso la predicazione, i secondi attraverso le lettere che soleva scrivere e indirizzare alle persone di spicco dell’epoca.Restando alle missive che Dionigi ha scritto in vita, Eusebio di Cesarea ha conservato alcuni frammenti molto interessanti provenienti da otto lettere inviate dal santo alle chiese di Gortina in Creta, Atene, Nicomedia, Lacedemone, Cnosso in Creta e Amastri del Ponto. Un’altra missiva fu indirizzata a Crisofora, donna da noi non conosciuta ma a cui viene comunemente attribuita un’ottima ed esemplare fede cristiana.



In questi frammenti, purtroppo, non vi sono tracce di notizie sullo scrivente, ma il materiale ha il merito di fornirci informazioni importanti sulla religiosità di alcune città greche sotto il pontificato di Sotere, futuro santo, dal 166 al 175 dopo Cristo. Eusebio scrive di Dionigi nella “Storia Ecclesiastica”, opera di fondamentale valore e di gran pregio che narra dei primi secoli in cui il cristianesimo aveva cominciato a espandersi, in un periodo storico che va dalla nascita della Chiesa fino ad arrivare alla sconfitta di Licinio da parte di Costantino.

Il “Sinassario Costantinopolitano” ricorda il santo il 29 novembre. Il primo a introdurlo nel suo Martirologio, in occidente, fu Usuardo, monaco benedettino a Parigi, in particolare a Saint-Germain-des Prés, fino all’840. San Dionigi, il cui elogio è formato principalmente da parole di San Girolamo, passò poi nel Martirologio Romano l’8 di aprile. Successivamente alla sua morte, il corpo di San Dionigi di Corinto venne trasferito a Roma. Da qui fu consegnato a Emerico, che era priore del monastero dedicato a San Dionigi in Agro Parisiensi, da Papa Innocenzo III.