C’è grande tensione a Salerno, nell’aula della Corte di Assise di appello dove si terrà la nuova udienza del processo di appello che vede come unico imputato per l’omicidio della 15enne Elisa Claps  Danilo Restivo. La ragazza scomparve il 12 settembre del 1993 nei pressi della chiesa della Santissima Trinità a Potenza nel sottotetto della quale fu ritrovata cadavere 17 anni dopo. Restivo, che fin da dopo la scomparsa di Elisa, fu considerato dalla madre di lei come responsabile dell’accaduto, è stato condannato all’ergastolo nel 2011 in Ighilterra per l’omicidio della sua vicina di casa, avvenuto nel 2002, ed è stato in seguito estradato in Italia per essere giudicato nel processo Claps. Durante l’ultima udienza, Filiomena Claps, la madre della vittima, ha fatto mostrato a Restivo una foto della figlia e questa volta assicura di aver portato un’immagine “ancora più grande” e se l’imputato dovesse rivolgersi a lei, fa sapere suo figlio Gildo, non esisterebbe a uscire dall’aula. E Giuliana Scarpetta, avvocato della famiglia Claps ribadisce la sua linea “dura”, affermando che ad uccidere Elisa fu “unicamente Danilo Restivo”, come proverebbe una macchia di saliva il cui DNA corrispondente a quello dell’uomo trovata sulla maglia del cadavere della ragazza, e ribadendo che, pur avendo agito da solo, egli godette poi dell’aiuto di qualcuno: “Sono anni che si copre e che si depista”, ha detto, certa che siano stati in molti a voler insabbiare una verità che la famiglia Claps spera possa, dopo 20 anni, venire definitivamente a galla.  



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