Stamattina la madre di Elisa Claps, Filomena, aveva minacciato di abbandonare l’aula nella quale, a Potenza, si sarebbe tenuto il processo d’appello contro Danilo Resitivo, unico imputato per la morte della studentessa 15enne avvenuta nel 1993. E l’uomo, che da sempre si dichiara innocente ed estraneo ai fatti che portarono alla morte di Elisa, il cui corpo fu ritrovato 17 anni dopo nel sottotetto di una chiesa, questa volta non ha aperto bocca. Sembra che abbia guardato la grande foto della vittima che la madre, anche in questa occasione, ha portato con sé, e si sia innervosito, e avrà certamente fissato il pm Rosa Volpe che, al termine della sua requisitoria, pronunciava delle parole che non avrebbe mai voluto sentire, la conferma, cioè, della sua condanna a 30 anni di reclusione, già proposta in primo grado dal gup Elisabetta Boccassini. Restivo, che ha sulle spalle già un ergastolo per l’omicidio della sua vicina di casa, accaduto nel 2002 in Inghilterra (la giustizia d’Oltremanica è fulminea, se paragonata a quella italiana) è rimasto in silenzio, ma ha fatto sapere tramite i suoi avvocati di aver preparato in carcere uno scritto di 120 pagine nelle quali ha ripercorso la vicenda di Elisa Claps, per provare la sua assoluta innocenza. Con ogni probabilità, questo testo sarà letto nel corso della prossima udienza, prevista per giovedì 18 aprile, durante la quale è in programma anche l’arringa di Giuliana Scarpetta, legale della famiglia Claps.



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