Il 1° maggio si celebra San Giuseppe lavoratore, mentre il 19 marzo si festeggia sempre san Giuseppe ma come Sposo della Vergine Maria. Secondo il Nuovo Testamento, Giuseppe è lo sposo di Maria e il padre putativo di Gesù (Luca 3,23), in quanto il Cristianesimo afferma che il vero padre di Gesù è Dio stesso: l’arcangelo Gabriele, mandato dal Signore, apparve alla giovane Vergine Maria che era promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. Venuto a conoscenza dell’avvenimento miracoloso da una visione avuta in sogno, Giuseppe accettò di sposare Maria e di riconoscere Gesù come proprio figlio. Giuseppe e Maria si spostarono poi dalla città Nazareth a Betlemme, per il censimento, dove venne alla luce il piccolo Gesù. La Sacra Famiglia rimase a Betlemme fin quando un angelo apparve in sogno a Giuseppe preannunciando la persecuzione del re Erode che, dopo aver udito il racconto dei Magi, voleva uccidere tutti i bambini maschi nati a Betlemme per liberarsi dal futuro “re dei Giudei”. Così la famiglia scappò in Egitto dove vi rimase in esilio per un certo periodo di tempo, trascorso il quale il Signore inviò un Suo messaggero a Giuseppe ordinandogli di fare ritorno a Nazareth perché Erode era morto.
Dal Vangelo di Matteo (13,55) si apprende che Giuseppe era un “lekton”, termine che in greco veniva usato per descrivere gli operatori impegnati in quelle attività economiche legate all’edilizia e quindi pare che l’uomo provenisse da una famiglia benestante. Dai protovangeli si scopre che prima del matrimonio con Maria, Giuseppe era già stato unito in matrimonio con una donna con la quale ebbe sei figli, quattro maschi (Giuseppe, Giacomo, Giuda e Simeone) e due femmine (Lidia e Lisia). Tuttavia l’uomo restò presto vedevo. La Chiesa cattolica, ciononostante, rigetta questa tradizione sostenendo che in realtà i “figli” attribuiti a Giuseppe fossero da intendersi come cugini o altri parenti stretti in quanto in ebraico esiste un solo termine che indica sia i fratelli sia i cugini. Seguendo ancora gli scritti, Giuseppe con altri celibi di nobile discendenza venne convocato dal sacerdote Zaccaria per sposare la giovane Maria, allora dodicenne. La scelta cadde, per indicazione divina, proprio su Giuseppe. Egli per non disubbidire alla volontà di Dio accettò di sposare Maria, nonostante la grande differenza d’età che li divideva e la prese in custodia presso la sua dimora e quando la giovane compì sedici anni la fece sua sposa. Secondo il testo “Storia di Giuseppe il falegname”, egli morì a centoundici anni e l’anima del santo venne condotta in paradiso dagli arcangeli. Ancora non si ha certezza di dove sia custodito il corpo del santo, sebbene in alcune cronache di Palestina vi siano delle indicazioni sul luogo della sua sepoltura.
Simbolo di umiltà e di fede, nel dicembre del 1870 Pio IX lo consacrò patrono della Chiesa universale, dichiarando esplicitamente come la figura del santo sia seconda solo a quella della Madonna. Il 26 ottobre 1921, il papa Benedetto XV estese la festa della Sacra Famiglia a tutta la Chiesa cattolica. Nel 1955, il papa Pio XII (Eugenio Pacelli) istituì il culto di San Giuseppe lavoratore nel giorno del 1° maggio per dare una dimensione cristiana a questa data particolare che fin dai primi del XX secolo era stata dichiarata come “Festa dei lavoratori”. Numerose sono le categorie che lo ritengono loro protettore, da molti viene ritenuto patrono dell’infanzia, degli orfani, dei vergini, delle vocazioni sacerdotali, e altrettanto numerose sono le feste a lui dedicate in tutto il mondo cristiano.