Nuovo intervento anche questa volta in difesa di Beppe Grillo e del suo movimento da parte di Adriano Celentano, con un lungo articolo pubblicato dal Corriere della sera. Come si sa, il Molleggiato è da tempo schierato sulle stesse posizioni del M5S, anzi si può dire che ne sia un sostenitore attivo e di primo piano. L’occasione per il nuovo intervento è dato dal tragico episodio della sparatoria di domenica scorsa davanti a Palazzo Chigi in cui sono rimasti feriti due carabinieri. Celentano se la prende con certa stampa che secondo lui avrebbe speculato sull’episodio “per farne un’arma contro l’avversario politico”. In realtà sono stati maggiormente gli interventi di alcuni politici a ipotizzare che gesti come quelli di Luigi Preiti siano stati ispirati dal cosiddetto clima di odio propugnato da alcune parti politiche: si è fatto l’esempio della sinistra estrema e del M5S in alcune occasioni. Celentano dà un giudizio anche sullo stesso Preiti, scrivendo che non si tratta di un folle ma di un esibizionista “che voleva risolvere il suo disagio sociale con la violenza, prodotto soprattutto dal vizio del gioco d’azzardo, anziché rimboccarsi le maniche e ricominciare da capo”. Critiche dure verso il Preiti definito un giocatore d’azzardo bravo con la stecca e che voleva essere bravo anche con la pistola. Una vita bruciata dunque, ma, aggiunge ancora Celentano, incredibile è anche la velocità di quelli che definisce sciacalli: “Gettare fango verso chi ha generato invidia per aver fatto una campagna elettorale senza soldi, in nome di un programma altamente democratico come quello del M5S, e che al contrario di chi li accusa, ha invece generato la speranza in un mondo tutt’altro che ostile e soprattutto: contro ogni genere di violenza”.



I toni di Grillo a volte sono eccessivi, dice, e a volte non li condivide, ma bisogna essere cretini per pensare che possano generare violenza. Sono solo un modo per spezzare la tensione durante i suoi comizi, secondo Celentano. Poi ancora una riflessione sull’episodio di domenica: il carabiniere ferito aveva una sola colpa, difendere la sacralità della vita: “la vita è sacra, ed è sacra anche quella degli assassini. E i nostri carabinieri lo hanno dimostrato in modo eclatante, quando si sono trovati faccia a faccia con il maldestro giocatore di proiettili. Potevano ucciderlo e non l’hanno fatto. Perché il loro lavoro è uno solo: difendere la vita”. Una riflessione poi anche su chi si toglie la vita: una persona come Luigi Preiti, dice, non era interessato alla sua famiglia, pensava solo a se stesso e ha dato sfogo al suo sfrenato egoismo. Infine un pensiero per la figlia del carabiniere ferito, vista in televisione. “Mi domandavo se quelli che sparano e uccidono si siano mai commossi per qualche cosa.Probabilmente no. Pregherò per il padre di Martina, che non rimanga paralizzato e guarisca presto. Una preghiera che sarebbe bello fare in tanti! Chissà, magari il miracolo è già avvenuto e noi non lo sappiamo”.

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