A poche ore dal funerale di Alessandra Iacullo celebrato nella chiesa del quartiere, Santa Maria dei Martiri, a Dragona si sparge la notizia del fermo di Mario Broccolo, nel 1990 condannato a 18 anni per un omicidio volontario e che in passato aveva avuto una relazione sentimentale con la vittima. L’uomo, 50 anni, era uscito dal carcere e viveva con la madre 80enne. “Siamo sconvolti, ho appena comunicato alla mamma di Alessandra del fermo di quell’uomo. Speriamo almeno che sia fatta giustizia”. La zia Rosanna che ha fatto un po’ da seconda madre alla 30enne uccisa lo scorso 2 maggio, massacrata a coltellate in via Riserva del Pantano a Dragona, periferia di Ostia, ha rilasciato queste dichiarazioni al Corriere della Sera. Lo sgomento in paese è palpabile: tutti si chiedono se Alessandra non avesse paura di un uomo già autore di un altro omicidio avvenuto proprio in quel quartiere. “Da quando anni fa era mancato il suo adorato papà, lei cercava amore e affetto da chiunque. Però l’estate scorsa, dopo una breve relazione con lui, non voleva rivederlo, ne aveva paura”, racconta al Corriere della Sera un’amica, che ricorda di averla vista poche ore prima di essere barbaramente uccisa al circolo di pattinaggio del rione perché voleva festeggiare lì i suoi imminenti 30 anni. Sempre al giornale di Via Solferino Matilde, la barista del Carlo Cafè racconta tutto il suo stupore: ”No, non ci credo che è stato lui, non è possibile. È un uomo timido, dolce, quello in carcere ci muore”. Lì Broccolo era di casa e l’ultima volta che era passato a prendere un caffè, lo scorso 7 maggio, si era sfogato, dichiarandosi terribilmente dispiaciuto per la scomparsa della sua ex. Alla fiaccolata organizzata in memoria di Alessandra, però, non c’era e con i presenti si era giustificato dicendo di averlo saputo troppo tardi.