Il 13 maggio di ogni anno la Chiesa Cattolica venera e ricorda una delle figure di spicco del periodo storico a cavallo tra la fine del 1700 e la prima metà del 1800 sotto il profilo religioso e dell’impegno nel sociale. Stiamo parlando di Sant’Andrea Uberto Fournet, che si trovò a dover far i conti con uno dei periodi storici più travagliati per la Francia giacchè nel giro di pochi anni si passò dalla Rivoluzione Francese, in cui vennero uccisi numerosi rappresentanti della nobiltà che fino ad allora aveva governato il Paese, alla fase imperiale con l’avvento di Napoleone Bonaparte che per dare sfogo alle proprie manie di grandezze diede vita a una serie di sanguinose e deleterie battaglie con diverse nazioni europee.
Andrea Uberto nacque nell’anno 1752 a Poitiers ed esattamente nel piccolo villaggio di Saint Pierre Maillè, nella parte centrale della Francia. La sua era una famiglia molto religiosa e piuttosto benestante, poté quindi crescere in un ambiente sano e che certamente lo aveva indirizzato verso la vita religiosa. Sull’infanzia di Andrea Uberto, non si hanno tantissime notizie anche se tuttavia sembra che seppur fosse un credente che frequentava costantemente la chiesa del proprio villaggio, soleva vivere con uno stile non proprio in linea con le regole cristiane. Infatti, Andrea Uberto aveva una certa predilezione per il divertimento grazie anche al fatto di poter contare su importanti risorse economiche in possesso della propria famiglia. Quando era ancora giovane fu toccato dalla grazia che lo portò a cambiare completamente la propria vita, tant’è che fu ordinato sacerdote.
Il primo compito che gli venne dato come ministro di Dio fu quello di vicario del vicino villaggio di Haims, luogo dove tra l’altro ebbe modo di stare a contatto e confrontarsi con il parroco che altri non era che suo zio. Nel corso di questi suoi primi anni venne trasferito con una certa facilità tant’è che passò prima alla cittadina di Saint Phele de Maillè e in seguito assunse il ruolo di parroco nella parrocchia di San Pietro de Maillè. Certamente si mostrò ai propri fedeli come un prete molto devoto e coscienzioso nell’amministrare i sacramenti. Tuttavia continuava ad avere una vita piuttosto agiata che un po’ strideva con le regole religiose.
Il cambiamento netto e deciso avvenne in poco tempo e in tal senso ebbe grande rilevanza l’incontro tra Andrea Uberto e una donna molto povera. Le scene e le difficoltà cui Andrea Uberto dovette suo malgrado assistere, fecero in modo che in lui maturò la convinzione di dover azzerare completamente l’interesse verso i beni terreni e occuparsi solo ed esclusivamente delle anime. Durante la Rivoluzione francese ebbe modo di farsi notare per la sua grande fede e coraggio. Fu un periodo particolarmente difficile per la Chiesa Transalpina e soprattutto per i preti. Andrea Uberto ebbe il coraggio di rifiutare di aderire al giuramento scismatico mettendo in questa maniera gravemente a rischio la propria integrità fisica.
Infatti, in quel periodo quanti si rifiutavano di aderire venivano condannati a morte. Per Andrea Uberto la pena fu più mite e fu costretto all’esilio dalla Francia. Si recò in Spagna dove tuttavia non restò tantissimo giacché in cuor suo voleva assolutamente essere vicino ai propri fedeli per continuare la sua opera pastorale. Grazie ad alcuni amici riuscì a tornare segretamente e sempre di nascosto continuò a portare avanti la sua opera di sacerdote amministrando costantemente i sacramenti ai propri fedeli.
Ben presto in Francia tornò la situazione alla calma almeno per quanto concerne la Chiesa e per questo poté tornare a essere il parroco della comunità che gli era stata affidata prima della Rivoluzione francese. Quel periodo di grande sofferenza e sacrifici, gli aveva però fatto capire che il suo compito doveva essere rivolto verso altri obiettivi e per questo si dedicò all’educazione delle fanciulle più povere creando la Congregazione delle Figlie della Croce dimettendosi da parroco a partire dal 1820. La sua opera fu molto apprezzata dai fedeli che lo ebbero come esempio. Andrea Uberto morì il giorno 13 maggio del 1843.