Il Blog di Beppe Grillo ospita una riflessione di Luca Steffenoni, criminologo e autore del libro “Melania Rea – L’assassino alle spalle” in cui, dice la sua sull’uccisione della giovane mamma. Secondo lo scrittore, bisogna tenere conto del fatto, anzitutto, che la ricostruzione dei fatti in primo grado è stata piuttosto confusa. Se si considerano, infatti, le prove come i tasselli di un puzzle, occorre tuttavia vedere se il risultato finale è soddisfacente. Nel caso in questione, sono decisamente troppi gli elementi controversi e i fattori mancanti. Uno su tutti, il «famoso trolley che è stato visto nella Scénic nera di Parolisi, ma mai ritrovato: sarebbe un elemento molto importante, perché se contenesse macchie di sangue renderebbe possibile la ricostruzione dinamica che propongo io». Altre incongruità riguardano l’analisi delle celle telefoniche. Non sono chiari, in particolare, i passaggi che ci sono stati tra vari telefoni presi in considerazione dagli inquirenti. Certo, il criminologo ammette che il quadro probatorio è valido. Ma mancano elementi psicologici determinanti e, in particolare, non si è ancora risposto alle domande: «chi è Parolisi?» e «chi è Melania Rea?». Domande fondamentali, anche perché «quando i casi diventano mediatici, sono ridondanti di testimonianze non sempre precise, di elementi, di false piste».Rispondere ad esse potrebbe suggerire la risposta finale al quesito determinante: «è stato Parolisi o non è stato Parolisi?».



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