Il calendario liturgico della Chiesa cattolica ricorda oggi uno dei primi seguaci di Gesù, San Mattia Apostolo. La chiesa ortodossa lo festeggia invece il 9 agosto e così le altre confessioni di tradizione greca. Sebbene avesse seguito Cristo sin dal momento del Suo battesimo per opera di Giovanni, Mattia entra nel novero ristretto dei discepoli solo dopo il tradimento di Giuda. Infatti secondo il libro degli Atti degli apostoli dopo l’ascensione di Gesù, Pietro propose all’assemblea dei fratelli di scegliere uno di loro che ne prendesse il posto. Furono votati due discepoli, Giuseppe detto Barsabba, e Mattia. Dopo un successivo sorteggio fu Mattia a prendere il posto di Giuda tra gli undici fedeli del Cristo. Le notizie riguardo la vita di Mattia sono piuttosto vaghe: si sa che predicò e fu missionario in terra di Giudea e di Etiopia e che trovò il martirio venendo crocifisso. Secondo altre fonti, venne ucciso tramite lapidazione a Gerusalemme, quindi decapitato, per volere dei giudei.
Le sue reliquie, che sarebbero state fatte giungere in Italia dall’imperatrice Sant’Elena, si trovano conservate in un’arca di marmo all’interno della basilica di Santa Giustina a Padova, dove si trovano anche quelle dell’evangelista San Luca. A Firenze si trovano le reliquie di un altro San Mattia, che fu vescovo di Gerusalemme nell’anno 120. Secondo la tradizione iconografica cattolica cristiana, san Mattia Apostolo viene raffigurato nelle opere e nei dipinti come un uomo molto anziano, con una lunga barba bianca, che regge con una mano una alabarda e con l’altra un libro: questi due oggetti hanno un significato intrinseco ovvero il primo (una spada tagliente da entrambi i lati che veniva utilizzata per i condannati a morte) indica la sua morte per martirio. Il secondo oggetto invece sta a significare la sua opera di evangelizzazione e di predicazione della parola del Signore per tutto il mondo di allora.