Il santo venerato il 15 maggio è Sant’Achille, vescovo di Larissa. Achille nacque nella regione romana della Cappadocia (attuale Turchia) verso la fine del 300 d.c e morì vescovo nella città di Larissa (Grecia) nel 330. Nacque da una famiglia patrizia, ebbe una rigorosa educazione basata sulle dottrine del tempo, ma fu anche iniziato alla pietà e alla carità dalle dottrine del cristianesimo. Visse a cavallo tra le ultime crudeli persecuzioni dei cristiani e il famoso editto del 313 dell’imperatore Costantino che impose la tolleranza dell’impero romano verso tutti i credi religiosi. Quando i suoi genitori morirono, Achille si privò di tutti i suoi beni materiali dandoli in dono alla gente povera e decise di iniziare il suo pellegrinaggio recandosi in Terra santa. Si trattenne a pregare presso il Santo Sepolcro. Dopo aver visitato la Palestina si recò a Roma per pregare sulle tombe dei santi apostoli Pietro e Paolo. Qui sicuramente impostò la sua vita prendendo esempio dagli apostoli e decise di partire da Roma per iniziare l’evangelizzazione dei non credenti.
Fu un uomo dalle sante virtù ed ebbe nel cuore la convinzione che l’insegnamento di Cristo portava la vera essenza della carità, dell’amore e della fratellanza. Viaggiò molto e visitò intere regioni riuscendo a evangelizzare molti infedeli. Durante uno dei suoi viaggi arrivò nella città di Larissa (Grecia). Fu subito amato dal popolo dei fedeli che gli offrirono di occupare la sede vescovile, a quel tempo vacante. Con la veste di vescovo continuò la sua evangelizzazione con tenacia, aumentò la sua notorietà tra i fedeli delle regioni vicine e nella città stessa di Larissa. Ebbe modo di costruire ospedali e ospizi.
Una delle vicende della sua vita per cui divenne famoso è che il suo nome comparve tra i vescovi partecipanti al concilio di Nicea nel 325 convocato dall’imperatore Costantino. L’obiettivo del concilio fu quello di tentare di riappacificare tra loro i membri della chiesa che si divisero tra le discipline ariane che non riconoscevano Gesù come divino e gli stessi cristiani. Ovviamente l’interesse dell’imperatore Costantino fu anche quello di appianare le proteste per l’unità stessa dell’impero romano. Sant’Achille fu un convinto contestatore delle discipline ariane che considerava eretiche. Dopo il concilio di Nicea si recò nella città di Costantinopoli dove venne accolto con tutti gli onori dal patriarca Mitrofane. Fu ammirato e onorato anche dallo stesso imperatore Costantino che ne esaltò le qualità apostoliche. L’imperatore donò ad Achille cospicue somme di denaro per la costruzione di chiese e ospedali. Quando il vescovo Achille tornò a Larissa fece abbattere i templi pagani ancora esistenti per costruire al loro posto chiese dedicate al culto cristiano.
Le scritture agiografe riportano vari episodi di guarigioni miracolose per mano del santo e per questo viene da sempre ricordato come Taumaturgo. La taumaturgia è una pratica religiosa che si occupa di miracoli e prodigi. Inoltre, ebbe la capacità di operare esorcismi contro il demonio.
Sant’Achille morì nella città di Larissa dove fu sepolto. Durante un’invasione di Samuele di Bulgaria nel 978, le reliquie del santo furono trafugate e trasportate in una illustre chiesa della città di Prespa in Macedonia. Nella città di Prespa si intensificò talmente tanto il culto del santo al punto che decisero di cambiare il nome della città nella odierna Achilli. Sant’Achille vescovo è patrono della città di Larissa dove fu costruita una famosa cattedrale in sua memoria.