Beppe Grillo torna sulla vicenda dell’uomo di origine africane che, nel quartiere Niguarda, ha assalito senza motivo cinque persone con un piccone, provocando la morte di tre. «Quanti sono i Kabobo d’Italia? Centinaia? Migliaia? Dove vivono? Non lo sa nessuno» si chiede, ricordando la vicenda accaduta in Via Melzo, a Milano, dove un cittadino portoghese originario dell’Angola aveva staccato un orecchio a morsi a un passante. Nella zona di Porta Venezia, aveva picchiato due persone nei dintorni della metro, e spaccato il naso a un 61enne con un mattone. La polizia, dopo averlo arrestato, lo ha rilasciato dopo un mese. Nel comune di Castagneto Carducci, poi, Ablaye Ndoye, un senegalese, aveva ucciso una ragazza di diciannove anni, Ilaria, «picchiata durante un tentativo di stupro con tale violenza da farla soffocare dal sangue delle ferite al setto nasale». Anche lui, era irregolare. Insomma, chi è il colpevole di tutto ciò? Di sicuro, spiega Grillo, non lo è la polizia, che non può fare altro che arrestarli. Non lo è la magistratura, soggetta alle leggi. «Non il Parlamento, che ha fatto della sicurezza un voto di scambio elettorale tra destra e sinistra e ha creato le premesse per la nascita del razzismo in Italia». E allora? «Nessuno è colpevole, forse neppure Kabobo. Se gli danno l’infermità mentale presto sarà di nuovo un uomo libero», conclude, cn amara ironia, il comico genovese.