Karima El Mahroug ha deposto al processo cosiddetto Ruby Bis, quello che vede imputati Lele Mora, Nicole Mintetti ed Emilio Fede, per le cosiddette feste a casa di Silvio Berlusconi e soprattutto per le ipotesi di induzione e favoreggiamento della prostituzione, anche minorile. E’ la prima volta che la giovane marocchina rilascia una testimonianza in tribunale: inizialmente doveva essere sentita il prossimo 24 maggio, ma l’udienza è stata anticipata a oggi. La ragazza ha esposto le sue verità sul caso in cui è implicata: ha ammesso ad esempio di essere stata lei a mentire sulla sua vera età e sulle sue generalità. Voleva entrare nel mondo dello spettacolo e per questo contattò l’agenzia di Lele Mora che lei conosceva anche dalla Sicilia dove viveva ai tempi. Dissi di avere 19 o 20 anni, ha ammesso, inventandomi delle generalità perché non volevo che i miei genitori lo sapessero. Prese così il nome di Ruby da una telenovela e il cognome Eiek, lo stesso di una cantante araba. Ha però detto che quando partecipò a un concorso di bellezza in Sicilia, nel 2009, dichiarò la sua vera età e cioè 16 anni. Giunta finalmente a Milano, una sera Lele Mora la contattò: lei pensò che doveva recarsi a fare una serata alla discoteca Hollywood invece venne portata a casa di Berlusconi da Emilio Fede. Lì, ha raccontato c’erano diverse ragazze. Dopo cena furono condotte nella stanza del bunga bunga, dove Nicole Minetti era vestita da suora e altre ragazze da infermiere sexy. Ballavano in modo sensuale, ha detto,ma non c’erano contatti fisici. La seconda volta che andò ad Arcore, ha detto ancora, ha ricevuto da Berlusconi una busta contenente 2mila euro. In altre occasioni anche 3mila euro. Quella volta rimase a dormire ad Arcore, ma dormì da sola. Non parla di rapporti sessuali con l’ex premier ma dice di essersi inventata lei la storia di Mubarak: “Ho detto di essere meta egiziana e metà brasiliana. Ho detto che mia madre era una cantante famosa e che era parente del presidente dell’Egitto. Ho detto anche di aver tagliato i contatti con la mia famiglia perché volevo diventare cattolica e che mio padre non voleva. Ho anche detto detto aver subito maltrattamenti e mostrato i segni. Alcune ragazze durante il racconto si erano commosse”.