Fa sempre notizia quello che è stato uno dei processi mediaticamente più seguito degli ultimi anni, quello cioè in merito al cosiddetto delitto di Avetrana, nel quale perse la vita, il 26 agosto del 2010, l’allora 15enne Sarah Scazzi. Per la morte della ragazzina sono stati condannati all’ergastolo dalla Corte d’assise di Taranto la cugina Sabrina Misseri e la zia Cosima Serrano e lo zio Michele Misseri, rispettivamente padre e marito delle due condannate, alla pena di otto anni per soppressione di cadavere e a sei anni di carcere Carmine Misseri, fratello di Michele, e suo nipote Cosimo Cosma per aver aiutato a nascondere il corpo della vittima. Un caso strano, quello della povera Sarah, che ha tenuto per mesi gli italiani con il fiato sospeso e che è stato seguito con cura dalla trasmissione “Quarto Grado”, che spesso ha raccolto le testimonianze degli attori in causa, in particolare quelle di Misseri. Anche nella puntata del 17 maggio 2013, il programma diretto da Salvo Sottile e Sabrina Scampini non manca di aggiornare i telespettatori sull’omicidio di Avretrana e viene effettuato un collegamento in diretta con la cittadina pugliese. L’inviato – nel proprio intervento – evidenzia come dopo la sentenza con cui sono state condannate Sabrina Misseri e la madre Cosima, sia cambiato praticamente poco o nulla: le due donne sono in carcere, ma Michele continua a fare la vita di sempre, dedicando la maggior parte del proprio tempo a espletare i lavori nei campi. L’unica novità che è emersa in questi giorni è che la Corte ha deciso di procedere contro sei persone accusate di falsa testimonianza durante lo stesso processo. Tra questi sei figura anche il nome di Ivano Russo, che sarebbe stato, secondo la ricostruzione del caso, conteso tra Sarah e Sabrina, motivo per il quale, in preda alla gelosia, quest’ultima avrebbe strangolato la cuginetta, preferita dal ragazzo. “Quarto Grado” manda poi in onda il filmato che mostra alcune fasi del processo e, in particolare, la parte nella quale Sabrina Misseri prendendo la parola professa una volta di più la propria innocenza. La verità sembra essere ancora lontana.