Dal “Porcellum” al “Mattarellum”. La presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, Anna Finocchiaro, ha depositato un disegno di legge per abrogare l’attuale sistema elettorale, il “Porcellum”, appunto, ritornando a quella in vigore dal ’94 al 2005, ideata dall’allora democristiano Sergio Mattarella, ma modificandone alcuni aspetti. Alla Camera e al Senato, la soglia di sbarramento per accedere al premio di maggioranza verrebbe piazzata al 40%, con il 75% dei seggi assegnati con sistema uninominale e il 25% con un recupero proporzionale in listini bloccati a carattere regionale. Un sistema che potrebbe cambiare le carte in tavola a molti dei partiti ma che, secondo il centro di analisi elettorale dell’Università di Roma Tre, Labor Ele, non sarebbe comunque in grado, allo stato attuale delel cose, di assicurare la maggioranza a Monetcitorio, a meno di procedere sulla strada di un governo di larghe intese tra il Partito Democratico e il Popolo della libertà o con un’alleanza di destra o sinistra con il Movimento 5 Stelle. Il Capo dello Stato Giorgio Napolitano ha ribadito in più occasioni l’estrema necessità di una riforma della legge elettorale e il neopremier Enrico Letta ha fatto sue le parole del Presidente, affermando che il ddl in merito sia “decisivo” per le “sorti stesse del governo”, anche se non pochi temono che le diverse posizioni sulla legge in oggetto tra gli azionisti di maggioranza del governo possano far naufragare le modifiche alla Costituzione.



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