Manca meno di una settimana al referendum consultivo che interesserà Bologna domenica 26 maggio. I cittadini decideranno se le scuole dell’infanzia non statali (e in gran parte cattoliche) potranno continuare ad essere aiutate ricevendo finanziamenti comunali per il valore di un milione di euro l’anno. Un sistema, quello dei fondi alle scuole private, che fu inaugurato proprio nel capoluogo emiliano oltre vent’anni fa e che, con successo, è stato poi applicato nel resto d’Italia, che – per iniziativa del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà – rischia di saltare. Ai referendari si oppone però un fronte inedito quanto composito, formato da Pd, Pdl, Udc, Cisl e Cei, cui ha ieri dato il suo appoggio anche Romano Prodi. “Perché bocciare un accordo che ha funzionato bene per tanti anni e che ha permesso, con un modesto impiego di mezzi, di ampliare almeno un po’ il numero dei bambini ammessi alla scuola d’infanzia?”, si è chiesto infatti l’ex premier, che ha aggiunto: “Sarebbe stato meglio evitare il referendum perché apre in modo improprio un dibattito che va oltre i ristretti limiti del quesito stesso. E mi chiedo anche perché argomenti che potrebbero essere risolti in serenità debbano sempre finire in rissa”. Contro di lui, gli oppositori hanno schierato il cantautore Francesco Guccini, da sempre “rosso” sostenitore dell’abolizione delle agevolazioni alle scuole non statali.



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