Riportiamo come di consueto i passaggi principali dell’odierna omelia che il Santo Padre ha tenuto nella messa mattutina all’Istituto Santa Marta. Un’omelia ovviamente ispirata dalle letture odierne, in particolare quella del vangelo del giorno, da Marco 9, 41-50 dove si parla del cristiano come sale per il mondo. Il Papa ha dunque sottolineato come se il sale perde il suo sapore, con che cosa sarà possibile dare sapore? Il sale ci viene dato da Dio, ha detto, nasce dalla certezza, dalla fede, dalla consapevolezza che Gesù è risorto per noi. Una certezza che non basta solo conservare: “Invece il sale  ha senso quando si dà per insaporire le cose. Penso  che il sale conservato nella bottiglietta, con l’umidità perda forza. E non serve. Il sale che noi abbiamo ricevuto è per darlo; è per insaporire, per offrirlo; altrimenti diventa insipido e non serve”. Il gusto del sale poi, ha spiegato, se si usa bene non lo si sente, non cambia il sapore delle cose ma anzi si sente il sapore di ogni pasto che diventa così più buono. E’ questa è l’originalità cristiana: quando noi annunziamo la fede, con questo sale, chi la riceve ciascuno nella sua peculiarità, come i pasti. Nella esperienza cristiana però, avverte Francesco, non c’è uniformità: ognuno viene preso così come è, con le sue caratteristiche e la sua cultura. Perché il sale non si rovini ecco cosa fare: “Prima di tutto darlo, al servizio dei pasti, al servizio degli altri, al servizio delle persone. Si tratta del  sale della fede, della speranza e della carità: darlo, darlo, darlo!”. 



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