Si è svolta ieri sera la veglia di Manif Pour Tous a Milano, l’iniziativa per protestare contro la legge Taubira che ha legalizzato le nozze e le adozioni gay in Francia. Un pic-nic e una veglia all’Arco della Pace per ricordare che un bambino per crescere ha bisogno di una mamma e di un papà. Ilsussidiario.net ha intervistato Cesar Lesage, giovane francese iscritto all’Università Bocconi, nonché uno degli organizzatori dell’evento.



Per quale motivo avete deciso di portare Manif Pour Tous a Milano?

In altre grandi città del mondo, come Londra, Bruxelles, Varsavia, Madrid e Roma, numerosi espatriati francesi hanno organizzato delle manifestazioni. Proprio come loro, anch’io e un gruppo di altri studenti francesi che vivono a Milano ci sentiamo molto coinvolti dal dibattito in corso a Parigi su questa legge e desideriamo fare qualcosa. Il nostro obiettivo è fare resistenza pacifica contro quella che riteniamo un’ingiustizia. Ci opponiamo a una legge francese, ma un domani questa stessa norma potrà essere votata anche in Italia. Il Parlamento di Roma non ha ancora approvato le unioni civili, ma purtroppo temo che presto anche nel vostro Paese la questione salirà alla ribalta.



Che cosa è in gioco con la questione delle nozze gay?

Le nozze gay sono la punta dell’iceberg di un’intera visione dell’uomo che non condividiamo. Il bambino è trasformato da un soggetto di diritto a un oggetto di diritto, per non dire addirittura a un bene di consumo. A predominare nel dibattito sulle nozze gay ci sono i desideri e i bisogni degli adulti, rispetto a cui le necessità del bambino passano in secondo piano.

Che cosa intende dire?

Le spiego con un esempio personale. I miei genitori sono divorziati, e in questa vicenda c’è una sofferenza. Mi chiedo per quale motivo si debba aggiungere altra sofferenza nei confronti di bambini che già vengono da situazioni difficili, facendoli adottare da una coppia gay.



Insomma i bambini rischierebbero di essere sacrificati in nome dei diritti gay?

Se aggiungiamo che la fecondazione assistita può consentire anche alle coppie gay di avere dei bambini, mettere al mondo un figlio rischia di diventare solo il risultato di un processo tecnologico che dà origine a un prodotto. Solo che questo prodotto è un essere umano.

 

I media hanno messo in relazione il suicidio di Dominique Venner a Notre Dame con la questione delle nozze gay. Lei che cosa ne pensa?

In primo luogo condanno il gesto di Venner. Il nostro gruppo difende dei valori celebrando la vita e la speranza. Se oggi ci mobilitiamo contro questa legge è perché crediamo di poter cambiare le cose. Il suicidio appartiene a una logica completamente diversa, perché è un gesto disperato.

 

Come valuta il fatto che Venner abbia scelto di suicidarsi proprio in una chiesa?

Venner ha sempre dichiarato di non essere credente, e io in quanto cristiano trovo che suicidarsi in una chiesa sia un gesto sacrilego. Darsi la morte non è certamente una cosa da fare per celebrare dei valori che celebrano la vita. Resta il fatto che se persone come Venner giungono a suicidarsi perché sono molto preoccupate per la situazione del nostro Paese e dei valori che si perdono, è qualcosa che deve farci riflettere sui danni che possono arrecare leggi come quella sulle nozze gay.

 

Che cosa ne pensa del modo in cui la polizia francese sta rispondendo alle manifestazioni contro le nozze gay?

Un mio amico che appartiene al gruppo dei Veilleurs è stato fermato a Parigi, e uno degli agenti gli ha detto: “Abbiamo ricevuto questi ordini e ci dispiace dover obbedire”. Il dato di fatto è che la polizia francese ha la tendenza a reagire molto di più contro i manifestanti che si oppongono alla legge Taubira, che non nei confronti di altri fenomeni.

 

A che cosa si riferisce?

Di recente gli ultras del Paris Saint Germain hanno messo a ferro e fuoco la capitale. I servizi di intelligence avevano riportato che c’erano rischi di scontri tra le forze dell’ordine e i tifosi del Paris Saint Germain che vengono dalle banlieue, aggiungendo che non volevano provocare gli ultras, i quali sono noti per il fatto di avere una visione molto negativa della politica. C’è quindi lassismo nei confronti di queste persone violente, mentre i Veilleurs, i cui metodi sono pacifici, sono trattati con molta più durezza.

 

(Pietro Vernizzi)