Renato Brunetta è stufo di essere preso in giro per la sua statura. Il capogruppo alla Camera per il Popolo della Libertà, in un’intervista-fiume al “Corriere della Sera” si sfoga senza mezze misure, accusando la sinistra di usare la presa in giro nei suoi confronti come tattica per far cadere nel ridicolo anche le sue proposte politiche. “Fanno come con Balotelli: siccome è un vincente, gli fanno buu”, ha detto l’economista veneziano, che nei continui sfottò degli avversari vede un intento profondamente razzista. “Fa comodo ignorare che mi sono guadagnato la cattedra universitaria con studi e sudore, facendomi largo tra i soliti pregiudizi”, ha infatti continuato Brunetta facendo riferimento al fatto che, figlio di un venditore ambulante e proveniente da una famiglia poverissima, sia riuscito non solo a maturarsi come primo della classe nel liceo dei “signori” della Venezia-bene, ma a diventare un quotatissimo professore universitario. Ma, a dir suo, nessuno degli avversari tiene conto del curriculum splendente che attesta la sua profonda intelligenza in materie economiche e la sua assoluta preparazione, perché tutti si focalizzano unicamente sul fatto che sia alto appena un metro e 43 centrimentri. “Non mi attaccano per le mie tesi, ma per la mia statura. Anche Monti l’ha fatto. Pur di non darmi ragione, ridono di me. Cercano di ridicolizzarmi”, ha ammesso. E come non dargli torto? In un’Italia in cui tutti a parole osteggiano le discrimininazioni e si invocano a gran voce leggi contro l’omofobia e il femminicidio, Balotelli e Brunetta – l’uno per il suo essere di colore e l’altro per il suo essere semplicemente basso –  sono l’emblema di quanta strada ci sia ancora da fare. E di quanto, spesso, la presa in giro sottointenda un certo grado di invidia. 



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