Il quotidiano argentino Clarìn ha pubblicato il testo di una lettera che Papa Francesco ha inviato a un amico argentino, il sacerdote Enrique Martinez, soprannominato il “Quique”. La lettera era stata scritta verso il 15 maggio ed è stata resa pubblica adesso dopo che il sacerdote argentino l’ha letta in pubblico ai suoi fedeli in parrocchia. Si tratta del testo più intimo e personale di questo papa in cui confessa i motivi per cui ha deciso di vivere presso l’istituto Santa Marta invece che negli appartamenti pontifici e anche la sua nuova vita come pontefice. Vivere a Santa Marte, dice Bergoglio, lo fa sentire meno isolato: appare chiaro che la sua è una decisione destinata rimanere tale. Confida poi la sua gioia per la sua nuova vita: “Io sto bene e non ho perso la pace di fronte a un fatto totalmente sorprendente, e questo lo considero un dono di Dio”. Aggiunge poi: “Cerco di conservare lo stesso modo di essere e di agire che avevo a Buenos Aires poiché se alla mia età cambiassi è certo che sarei ridicolo”. Tornando sull’argomento della scelta di dove vivere, dice: “Non ho voluto andare a vivere nel palazzo Apostolico. Vado là solo a lavorare e per le udienze. Sono rimasto a vivere presso la Casa Santa Marta che è un casa (dove abbiamo alloggiato durante il Conclave) che ospita vescovi, sacerdoti e laici. Sono visibile alla gente e faccio la vita normale: messa pubblica al mattino, mangio nella mensa con tutti eccetera…”. L’amicizia con padre Martinez parroco dell’Annunciazione a La Rioja risale agli anni 70, quando il vescovo di quella città, prima di essere ucciso dai militari, lo affidò a Bergoglio insieme ad altri due sacerdoti a cui in pratica il futuro Papa salvò la vita nascondendoli negli appartamenti della Compagnia di Gesù.