Niente facce tristi o funebri altrimenti non si può annunciare il Vangelo. Lo ha detto papa Francesco nell’omelia di questa mattina presso l’istituto Santa Marta. Alla messa erano presenti oggi un gruppo di dipendenti dei Servizi economici del Vaticano e alcuni collaboratori delle Guardie svizzere. Il papa ha ricordato l’insegnamento di Paolo VI: la gioia cristiana, ha detto, nasce anche “perdendo tempo a lodare Dio”. L’omelia ha preso spunto come sempre dalle letture del giorno in particolare il profeta Sofonia (“Rallegrati! Grida di gioia, il Signore è in mezzo a te!”) e il Vangelo in cui si parla di Elisabetta, quando il figlio nella sua pancia “esulta di gioia” al sentire le parole di Maria. I cristiani, ha spiegato Francesco, non sono molto abituati a parare di gioia e allegria: a volte preferiscono le lamentele. Ma, ha aggiunto, è lo Spirito che ci guida: ” Lui è l’autore della gioia, il Creatore della gioia. E questa gioia nello Spirito, ci dà la vera libertà cristiana. Senza gioia, noi cristiani non possiamo diventare liberi, diventiamo schiavi delle nostre tristezze”. Poi la citazione di Paolo VI: non si può portare avanti il Vangelo con dei cristiani tristi, sfiduciati e scoraggiati. E’ un atteggiamento un poi funebre ha detto. I cristiani spesso hanno le facce di chi partecipa a un corteo funebre invece di chi va a lodare Dio e proprio dalla lode viene la gioia. 



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