Per la pubblica accusa, rappresentata dal pm Antonio Sangermano, che oggi ha tenuto la sua requisitoria  nell’ambito del processo Ruby 2, Emilio Fede, Nicole Minetti e Lele Mora sapevano che Ruby era minorenne. Questa seconda parte del processo riguarda infatti questi tre imputati; nell’altra parte è sotto accusa il solo Silvio Berlusconi. Accuse pesanti quelle del pm: sarebbe stato Emilio Fede a portare Ruby a casa di Berlusconi. Lele Mora da quella sera si prenderà cura di lei, mentre lo stesso Fede, ha detto ancora il pm, non è plausibile non conoscesse l’età reale della giovane marocchina. Mora e Fede vengono definiti “sodali e complici”: avevano uno schema preciso che ripetevano sempre in base al quale procuravano le ragazze da portare a Villa Arcore. Il loro modo di agire, dice, era simile a quello degli assaggiatori di vini pregiati: valutavano le ragazze dal punto di vista estetico, facevano un esame delle loro capacità seppur minime di relazioni sociali e quindi le mettevano nel circuito, che evidentemente è paragonabile a quello della prostituzione. E proprio la legge Merlin viene tirata in ballo dal pm: “Il fulcro del processo non è affatto la riservatezza delle persone o la libertà dell’individuo di vivere come meglio crede. In gioco c’è il primato della legge Merlin. La legge Merlin è la madre di questo processo che nasce da una sequela di azioni anomale”. Questa legge, ha detto, è stata violentata. Ha poi detto che quanto rivelato da Ruby nel processo su Berlusconi è verità e menzogna mescolate insieme. Forse con una prospettiva di guadagno economico. 



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