Secondo il calendario liturgico della Chiesa Cattolica, il 31 maggio si ricorda la Visitazione della Beata Vergine Maria a Sant’Elisabetta, madre di San Giovanni Battista. La festa liturgica della Visitazione succede quella dell’Annunciazione alla Vergine Maria (celebrata il 25 marzo) e anticipa la festività della Natività di San Giovanni Battista (celebrata il 24 giugno). Nel Vangelo secondo Luca si narra che Dio mandò l’Arcangelo Gabriele a Nazaret da una donna vergine di nome Maria, fidanzata con Giuseppe della casa di Davide. L’Arcangelo Gabriele si manifestò alla Vergine e la salutò dicendole: “Ti saluto piena di Grazia, il Signore è con te”. Maria ne fu sconvolta e cercò di interpretare il saluto dell’angelo.L’angelo aggiunse: “Non temere perché hai trovato Grazia presso Dio”. Gabriele le annunciò il concepimento e la nascita di Gesù: “Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio di Dio, il Signore darà a lui il trono di suo padre Davide e regnerà in eterno”. Maria chiese all’angelo come avrebbe potuto concepire un figlio senza conoscere uomo. L’arcangelo Gabriele le rispose che sarebbe sceso su di lei lo Spirito Santo e che il bambino che avrebbe portato in grembo sarebbe stato santo e per questo chiamato Figlio di Dio. L’arcangelo Gabriele qui le rivelò la gravidanza al sesto mese di Elisabetta, nonostante sterile e vecchia, per dar prova a Maria che nulla è impossibile alla volontà di Dio.
Elisabetta, cugina di Maria, fu detta sterile in quanto non riuscì a concepire un figlio in giovinezza. Rimase inaspettatamente incinta in tarda età. In quei giorni, Maria (sempre secondo il Vangelo di Luca) si mise sollecitamente in viaggio per raggiungere la dimora della cugina Elisabetta verso la montagna. La tradizione identifica la dimora di Elisabetta nel villaggio di Ain-Karim (Giudea), tra la città di Gerusalemme e il villaggio di Nazaret. Maria entrò nella casa di Zaccaria, marito di Elisabetta e sacerdote del Tempio di Gerusalemme, e andò incontro a Elisabetta per salutarla. All’udire la voce di Maria, il bambino che portava nel grembo Elisabetta “’esultò di gioia”. L’interpretazione di questo verso, da parte della tradizione cristiana, vuole che questo sia il momento in cui Giovanni Battista venne santificato dallo Spirito Santo prima della nascita. Al fremito del suo grembo, Elisabetta intuì il disegno divino riservato alla giovane Maria e disse a voce alta: “Benedetta sei tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno! Beata colei che ha creduto nell’adempimento del volere del Signore!”. Maria innalzò un cantico di lode, il Magnificat, al Signore per celebrarne la grandezza.
Maria rimase con Elisabetta fino alla nascita di Giovanni, dopo circa tre mesi, e presumibilmente vi rimase altri 8 giorni, fino alla cerimonia della prescrizione del nome del nascituro. Nei giorni seguenti alla nascita ci furono visite di parenti e vicini che si rallegrarono con Elisabetta della Misericordia concessa dal Signore per il concepimento e la nascita del bambino.
L’istituzione della ricorrenza della Visitazione è dovuta all’Ordine Francescano. I frati francescani celebravano questa ricorrenza ogni anno il 2 luglio, fin dal 1263. Per fissare la data presero come riferimento l’ultimo giorno di permanenza della Vergine Maria a casa di Elisabetta. In seguito, nel 1389, Papa Urbano VI estese la celebrazione della Visitazione a tutta la Chiesa. La festività venne poi confermata nel 1441 dal Concilio di Basilea e fu fissata la data del 31 maggio per il completamento del mese dedicato al culto della Madonna. Nella veste di Maria Santissima della Visitazione la Vergine è patrona dei capoluogo Enna (Sicilia) e Matera (Basilicata) dove ancora oggi viene festeggiata il 2 luglio.