Il caso della scomparsa di Roberta Ragusa è vicino alla svolta, soprattutto grazie alla preziosa testimonianza di Loris Gozi, 36 anni, vicino di casa di Antonio Logli, 49 anni, marito della donna e al momento unico indagato per l’omicidio e l’occultamento del cadavere della moglie. Il supertestimone è stato intervistato in esclusiva dal Settimanale Giallo, il cui nuovo numero è uscito proprio oggi in edicola: “Quella notte, quella maledetta notte – racconta Gozi al cronista del settimanale Paolo Ferrari – sono uscito di casa per andare a prendere Anita (la compagna con cui vive da quasi vent’anni a San Giuliano Terme, ndr) al lavoro”. Al ritorno, continua il testimone, “ho visto la macchina di Antonio Logli parcheggiata in via Gigli, nemmeno cento metri da casa mia, accanto a un campo”. Un punto certamente strano dove parcheggiare l’auto, così Gozi, spinto anche dal fatto che ultimamente erano avvenuti diversi furti nella zona, accende gli abbaglianti per vedere chi ci fosse al volante: “E’ stato allora che l’ho riconosciuto: era proprio lui, Antonio Logli. Sembrava in attesa di qualcuno”. Di fronte ai fari dell’auto di Gozi, Logli “si è coperto il volto con le mani, forse non voleva farsi riconoscere. Ma io l’ho visto, ricordo anche che aveva un giubbotto marrone”. Il testimone guarda l’orologio: era mezzanotte e mezza in punto.
A quel punto Loris Gozi rientra in casa, ma poco dopo esce di nuovo per portare a spasso i suoi due cani. Percorre qualche metro e all’improvviso sente chiaramente le urla di una donna: “Mi sono fermato a una sessantina di metri di distanza, ho visto le sagome di un uomo e di una donna” accanto a un’auto “proprio come quella della signora Ragusa, parcheggiata non lontano da dove avevo visto Logli poco prima”. La donna gridava “aiuto”, ma poi l’uomo è diventato aggressivo, l’ha afferrata con forza per il collo e l’ha caricata in macchina. “Lei non voleva salire, provava a uscire dall’auto. Ho sentito un forte botto. Non sono sicuro, ma potrebbe averle dato un colpo in testa”, continua a spiegare Gozi. Alla fine l’uomo è salito in macchina ed è partito a tutta velocità.
Il giorno successivo, qualcuno bussa alla porta di Gozi: “Era il signor Logli. Era pallido come un cencio e aveva in mano una grossa fotografia di sua moglie Roberta. Diceva che la signora era caduta dalle scale, che aveva battuto la testa e che per questo aveva perso la memoria”. Antonio Logli gli dice allora che la moglie è scomparsa e che la sta cercando. La sparizione della donna diventa di dominio pubblico e in paese non si parla d’altro. Loris Gozi ascolta attentamente le dichiarazioni di Logli in televisione, ma c’è qualcosa che non torna: “Lui dice di essere andato a letto a mezzanotte e invece io l’avevo visto fermo in macchina a mezzanotte e mezza. C’era qualcosa che non tornava. Piano piano ho messo insieme tutti i tasselli e mi sono reso conto di quello che poteva essere successo. Era un incubo, non dormivo più la notte”. Loris Gozi e Antonio Logli si sono incontrati nuovamente in tribunale: “Lui mi guardava male, sembrava che mi volesse fulminare. Mentre parlavo gli tremava la mano. E’ rimasto impassibile, gelido, non ha detto nemmeno una parola”.