Il santo che si celebra il 1° giugno è San Giustino Martire. Grazie alle sue opere e alla sua dottrina, San Giustino, venerato sia dalla Chiesa cristiana che da quella ortodossa, è considerato uno dei più celebri Padri della Chiesa e uno dei primi filosofi cristiani. Giustino nacque all’inizio del II secolo in Palestina e morì martire a Roma nel 165 circa. La sua famiglia visse nella città di Flavia Neapolis (odierna Nablus), chiamata così dai romani in onore dell’imperatore Flavio, dopo la conquista del 72. In questi anni Roma fece radere al suolo il Tempio di Gerusalemme per radicare il culto del paganesimo. Dal nome Giustino e dal cognome Bacheio si può dedurre che la famiglia fosse di origine romana e che, probabilmente, si insediò nella città dopo la conquista.



Educato al paganesimo, gli studi di Giustino ci concentrarono sui testi della filosofia greca. Il pensiero di Giustino si semplificava nell’aver compreso che la filosofia e la fede non potevano essere in contrapposizione. La sua sete di conoscere l’essenza di Dio e la Verità e poi la sua insoddisfazione in alcune dottrine, lo costrinsero a cambiare spesso scuola, come spiega lui stesso nell’opera Dialogo con Trifone. Sempre da questa opera sappiamo che Giustino, in un primo momento, frequentò un filosofo stoico che abbandonò dopo poco tempo perché lo stoicismo non riteneva essenziale porsi il problema di Dio. Deluso anche da un filosofo peripatetico, Giustino si recò da un filosofo pitagorico di eccelsa reputazione che gli consigliò di approfondire le arti della musica, dell’astronomia e della geometria. Secondo questo filosofo, la conoscenza spirituale non poteva essere raggiunta senza essere stato istruito su queste discipline e rimandò indietro Giustino.



Giustino, afflitto, considerò il tempo che avrebbe dovuto passare nello studiare le suddette discipline, tenendolo lontano troppo a lungo dalla sua vera aspirazione: la verità su Dio. Giustino decise di recarsi da un filosofo platonico di grande fama e credette di aver trovato finalmente la dottrina giusta. Lui stesso scrive: “Mi affascinava la conoscenza delle realtà incorporee e la contemplazione delle Idee eccitava la mia mente”. Giustino si mise in viaggio per raggiungere un posto isolato nel tentativo di raggiungere presto la visione di Dio. Lungo il suo cammino incontrò un vecchio, anche lui in viaggio. Giustino intraprese un dialogo profondo con il vecchio sulla filosofia e su Dio. Il vecchio spiegò a Giustino che la filosofia non può arrivare da sola alla verità su Dio senza averlo mai sentito o mai visto, che la relazione con Dio può essere instaurata solo tramite lo Spirito Santo e che non esiste coerenza tra l’eternità e la reincarnazione. A questo punto Giustino gli chiese: “Da quale maestro è possibile attingere la verità se la verità non si trova nella filosofia?”. Il vecchio gli parlò dei Profeti, gli illuminati di Dio. Secondo il vecchio, i Profeti sono gli unici che hanno visto e udito la verità di Dio e grazie allo Spirito Santo l’hanno proclamata all’uomo nelle antiche scritture. Il vecchio parlò anche dei prodigi dei Profeti avvenuti per mano di Dio e della profezia della venuta del Figlio di Dio, Gesù Cristo. Giustino rimase affascinato dal racconto del vecchio sui Profeti e sul Cristo e non passò molto tempo da quel giorno alla sua conversione al Cristianesimo.



Nella sua conversione al Cristianesimo contribuirono anche le storie dei martiri: vedendoli impavidi di fronte alla morte e nel difendere la loro fede, Giustino si convinse che i cristiani non vivessero nel vizio e nella concupiscenza. Quale uomo rinuncerebbe ai beni terreni se non fosse in possesso della Verità? Una volta convertito non abbandonò la filosofia che restò per lui un pilastro importante nelle sue dottrine. Giustino definì la filosofia come il più prezioso dei beni agli occhi di Dio e l’unico che a Lui conduce e a Lui ci unisce, e sono davvero uomini di Dio coloro che hanno volto l’animo alla filosofia. Giustino insegnò ai suoi discepoli una dottrina del tutto innovativa per quei tempi.

Giustino viaggiò molto come filosofo-evangelizzatore. Arrivato a Roma fondò una scuola filosofica cristiana dove introdusse la dottrina del Logos (Verbo) incarnato in Gesù. Giustino visse in un periodo di feroci persecuzioni contro i cristiani da parte dell’Impero Romano. Le sue opere celebri sono il Dialogo con Trifone, la Prima Apologia dei Cristiani e la Seconda Apologia dei Cristiani, scritte dal santo in difesa del Cristianesimo contro i pregiudizi e l’ingiustizia dell’impero romano.

Nel Dialogo con Trifone e nella Prima apologia, egli fa riferimento alla sapienza antica dei profeti. Giustino cerca di provare che le profezie riportate nell’Antico Testamento hanno trovato compimento in Gesù Cristo. Dalla nascita fino alla morte e alla resurrezione di Cristo ci sono state tramandate testimonianze scritte per essere conoscitori dei fatti. Nel Dialogo con Trifone, Giustino parla della sua conversione e impersonificando un rabbino, manifesta le obiezioni dei giudei riguardo il Cristo. Probabilmente le due apologie vennero indirizzate agli imperatori e al senato romano per difendere con ardore i cristiani dalle persecuzioni e queste opere gli costarono la sua stessa vita.

Giustino venne catturato insieme a sette discepoli con l’accusa di essere ateo. Il santo e i suoi discepoli furono condotti dinanzi al tribunale di Roma per essere giudicati dal prefetto Rustico. Giustino e i sette discepoli vennero condannati a morte da Rustico, dopo che si rifiutarono tutti di rinnegare la loro fede in Cristo.Vennero tutti decapitati. Il luogo della sua sepoltura è ignoto. San Giustino è Patrono dei filosofi.