Il 12 giugno la Chiesa Cattolica ricorda il beato Guido da Cortona, nato nel 1187 e morto nel 1245 nella cittadina toscana. Guido da Cortona è stato un frate sacerdote facente parte dell’Ordine dei Frati Minori di San Francesco. Nacque da una famiglia ricca e benestante e trascorse la sua giovinezza in agiatezza. L’incontro con lo stesso san Francesco d’Assisi cambiò la sua vita. In quegli anni, san Francesco visitò molte città del centro Italia per predicare la parola di Gesù e diffondere i suoi ideali di povertà, carità e umiltà. Tra le varie città italiane san Francesco si fermò anche a Cortona, cittadina della Toscana. Antiche fonti rivelano che il santo frate venne ospitato dallo stesso Guido. Il giovane nobile Guido Pagnottelli venne affascinato dalla predicazione di san Francesco al punto di decidere di donare tutti i suoi averi ai poveri per diventare suo seguace.
Nel 1211 entrò a far parte dell’Ordine dei Frati Minori indossando la tunica monacale nella chiesa di Santa Maria di Cortona e poco dopo san Francesco gli diede il permesso a esercitare la funzione di sacerdote e di predicatore. Guido si stabilì nel già esistente Convento delle Celle, situato nei pressi di Cortona. Qui fondò l’Eremo Francescano delle Celle, primo insediamento francescano della città toscana. Il convento si trova su un’altura in mezzo al bosco e vicino passa un corso d’acqua. San Francesco scelse questo luogo per il suggestivo silenzio grazie al quale si può entrare in comunione con Dio tramite la preghiera. Qui, probabilmente, san Francesco iniziò la scrittura del suo testamento. In questo luogo povero e solitario il beato Guido iniziò il suo noviziato prendendo parte alla vita quotidiana dei frati e ben presto, anche grazie alla sua istruzione, divenne sacerdote.
Guido improntò la sua vita da frate seguendo con zelo e profonda convinzione le regole dell’ideale francescano in povertà, condivisione, umiltà, penitenza e continui digiuni. Il beato Guido fu profondamente stimato sia dallo stesso San Francesco che dai cittadini cortonesi. Gli ultimi gli attribuirono la fama di santità quando era ancora in vita. Da un manoscritto della prima metà del XIII secolo, la Legenda, autore anonimo, sappiamo che la devozione popolare gli attribuì miracoli eclatanti come la trasformazione dell’acqua in vino, la moltiplicazione della farina, la guarigione di un paralitico tramite l’imposizione delle mani e il richiamo alla vita a una fanciulla caduta in un pozzo.
Poco prima di morire, san Francesco, accompagnato da frate Elia, pieno di affanni causati dalle sue gravi condizioni di salute, gli fece visita raccomandandogli la cura spirituale del popolo di Cortona. Sempre dal manoscritto la Legenda sappiamo che san Francesco gli apparve in sogno, dopo 20 anni dalla sua morte, preannunciando la sua imminente dipartita (che avvenne tre giorni dopo) e che presto avrebbe ricevuto in cielo la sua ricompensa.
Guido morì circa a sessant’anni nel 1245 pronunciando il nome di san Francesco in punto di morte. La sua sepoltura avvenne nella pieve di Santa Maria, in un antico sarcofago di marmo del II secolo d.C., oggi conservato nel Museo Diocesano di Cortona. Le sue reliquie furono subito oggetto di venerazione da parte dei fedeli di tutto il centro Italia. La sua popolarità crebbe fin da subito e il culto a questo santo fu autorizzato da Papa Innocenzo XII.
In seguito a continue invasioni e saccheggiamenti, la testa del santo fu avvolta in un lenzuolo e segretamente nascosta in un pozzo per essere protetta. La testa rimase nel pozzo per tre anni e quando fu ritrovata venne posta in una teca d’argento. Nel 1945 venne aperto il sontuoso sarcofago, vennero rinvenute le reliquie del santo e finalmente ricongiunte alla testa. L’intero corpo fu posto sotto l’altare della cattedrale a lui dedicata, sorta sulla pieve di Cortona. Il corpo posto sotto l’altare è ancora oggi esposto alla venerazione dei fedeli.