Vittorio Messori, considerato il principe dei vaticanisti italiani, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ci ha tenuto a precisare alcuni punti relativi alla povertà difesa da Papa Francesco. Anzitutto, secondo Messori, sarebbe scorretto dire che San Pietro non ha mai avuto una banca. Oltretutto, la Chiesa non ha mai disprezzato il denaro. Per Messori, inoltre, attorno agli scarponi del Papa sarebbe stata costruita una leggenda. Si tratta, semplicemente, di un motivo fisico: il Pontefice ha la sciatica, zoppica leggermente e ha bisogno di un sostegno piuttosto robusto. La frase, tuttavia, più controversa pronunciata da Messori è stata quella relativa a Gesù: «Gesù non era un morto di fame. Non raccontiamo bufale. Gesù aveva una disponibilità economica, persino un tesoriere che poi l’ha tradito, Giuda Iscariota. Quando fu crocifisso, le guardie notarono che aveva un abito cucito con un solo pezzo di stoffa, un lusso raro, e se lo giocarono a dadi perché costava. Era di valore. Gesù vestiva Armani». Ecco, è su questo che Roberto Rusconi, storico e professore dell’Università di Roma Tre, esprime i suoi dubbi. «Credo che non si debba fare dell’antiretorica a fini apologetici, quale mi sembra essere il metodo di Vittorio Messori», ha dichiarato, sempre al Fatto Quotidiano. Inoltre, benché è verosimile che né Cristo né Giuseppe fossero pezzenti, «il senso del suo messaggio e della sua vita, non a caso raccolti da Francesco d’Assisi, è nel non possedere ciò che dia sicurezza del domani oppure potere». Tornando alla frase incriminata: «se ci si vuole mettere sul piano delle battute fin troppo facili, sulla croce Gesù non era vestito da Armani e il sepolcro non era stati progettato da Renzo Piano».



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