, in una lettera inviata a La Repubblica, risponde al giornalista e storico Vittorio Messori che, pochi giorni fa, intervistato da Il Fatto Quotidiano, affermava che “Gesù non era un morto di fame. Non raccontiamo bufale. Gesù aveva una disponibilità economica, persino un tesoriere che l’ha tradito, Giuda Iscariota. Quando Gesù fu crocefisso, le guardie notarono che aveva un abito cucito con un solo pezzo di stoffa, un lusso raro, e se lo giocarono a dadi perché costava. Era di valore. Gesù vestiva Armani”. Celentano spiega di non poter non ammettere la “genialità di questa provocazione. Naturalmente solo per il gusto della battuta in sé e non per quello che la battuta esprime, che a mio parere è veramente una ca..ata”. E spiega perché: “La disponibilità economica nelle mani del Giuda tesoriere la si può paragonare a una delle tante famiglie dei giorni nostri che faticano a tirare la fine del mese”. “Tutta questa disponibilità economica che Giuda avrebbe avuto non doveva essere così florida – aggiunge il Molleggiato – E dai vangeli non risulta che Gesù abbia qualche volta detto al traditore: ‘Dai questa somma a tal povero, tanto a noi i soldi non mancano’. E noi sappiamo quanto Gesù tenesse ai poveri, a differenza dello Ior”, scrive ancora Celentano. “La verità – conclude il cantante – è che ognuno di noi non desidera altro che andare d’accordo col proprio modo di vestirsi. Sia che riguardi un Papa, un parrucchiere o un bagnino”. Gesù non aveva “certo bisogno di quel panno per essere elegante. Qualcuno, magari un benestante, glielo avrà regalato e Lui di buon grado lo avrà accettato, pur sapendo che era egli stesso l’unica vera eleganza”.



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