Il 15 giugno, secondo il Calendario Gregoriano, la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Bernardo di Mentone, religioso valdostano vissuto nell’XI secolo, patrono di scalatori e alpinisti. San Bernardo di Mentone nacque secondo la tradizione nel piccolo borgo di Menthon-Saint-Bernard, situato sulle rive del lago di Annecy, nell’Alta Savoia (attualmente in territorio francese). La data di nascita del santo sarebbe da collocarsi intorno agli anni venti dell’XI secolo. Studi più recenti, pur confermando il periodo di nascita del santo, sostengono che san Bernardo sarebbe in realtà nato nella città di Aosta, dove visse gran parte della sua vita. Quel che è certo è che operò nell’ambiente della curia aostana, essendo prima canonico e in seguito arcidiacono della cattedrale cittadina. San Bernardo fu affascinato sin dall’età più giovane dalle meravigliose montagne che circondavano la sua città. Al tempo stesso però, il religioso fu testimone di numerose sciagure, in cui decine di persone perirono a causa dei pericoli della montagna.
Per cercare di limitare le perdite umane dovute alle traversate alpine, san Bernardo si impegnò in prima persona per proteggere i sentieri su cui passavano i viaggiatori, utilizzando il denaro della cattedrale per far porre pietre miliari che indicassero la via agli alpinisti e per costruire ricoveri dove i pellegrini potessero ripararsi e dormire durante le gelide notti alpine. San Bernardo fece costruire due ospizi, destinati sia ad alloggiare i viaggiatori, sia a soccorrere tutti coloro che fossero stati sorpresi da una tormenta e risultassero dispersi tra le nevi. I due ospizi furono edificati in due luoghi strategici, sul colle del Gran San Bernardo e sul colle del Piccolo San Bernardo. I due ospizi divennero così due importantissimi centri di soccorso, in cui i viaggiatori malati o esausti potevano trovare riparo e da cui periodicamente partivano le spedizioni di soccorso alla ricerca dei dispersi che inevitabilmente ogni tormenta di neve lasciava in balia del gelo.
San Bernardo affidò i due ospizi a due comunità di canonici regolari, si fecero carico della gestione e della cura – spirituale e fisica – dei viaggiatori. Con questo atto di affidamento, San Bernardo fondò l’ordine dei “Canonici del Gran San Bernardo”, una congregazione ospitaliera che venne in seguito riconosciuta anche dal pontefice. Per agevolare i canonici nelle loro operazioni di ricerca e soccorso – che seguivano la Regola di Sant’Agostino – san Bernardo concesse loro di tenere negli ospizi cani, che li accompagnavano fedelmente durante ogni missione di salvataggio. I cani, appartenenti a una razza appositamente addestrata alla ricerca e al soccorso umano e particolarmente avvezza alla vita della montagna, ricevettero in onore del santo il suo nome: San Bernardo.
Il santo non rinunciò mai a viaggiare per compiere visite missionarie tra le povere comunità che vivevano isolate sulle montagne, continuando con la sua attività pastorale sino a un’età straordinariamente avanzata. Fu proprio durante un viaggio a Novara che il santo si ammalò gravemente: nella città piemontese San Bernardo si spense, il 12 giugno del 1081.
I monasteri fondati da San Bernardo continuano a esistere: quello sul colle del Gran San Bernardo, a 2470 metri di altitudine, è il centro abitato permanente più elevato d’Europa. Bernardo da Mentone venne proclamato santo nel 1681 da papa Innocenzo XI. Il santo venne proclamato ufficialmente protettore di alpinisti e scalatori nell’anno 1923 da papa Pio IX. La memoria del santo è venerata con devozione in tutta l’area alpina, sia sul versante italiano, sia su quello svizzero e francese. Inoltre, una certa devozione verso il santo è presente anche sul versante catalano dei Pirenei. Iconograficamente, il santo è raffigurato con un bastone da alpinista nella mano e un cane San Bernardo ai suoi piedi.