Oggi, domenica 16 giugno 2013, la Chiesa Cattolica celebra la memoria di Sant’Aureliano di Arles, vescovo francese vissuto nel VI secolo. Sant’Aureliano nacque, secondo la tradizione, nei pressi di Lione, in seno a una potente famiglia dell’aristocrazia militare burgunda, con stretti legami con la famiglia reale franca. In quell’epoca, il piccolo regno dei Burgundi era schiacciato tra i potenti vicini Ostrogoti (in Italia), Visigoti (in Spagna e Francia meridionale) e Franchi. Gli stretti legami della famiglia di Sant’Aureliano con i monarchi merovingi resero possibile che questi potesse avere i necessari appoggi per poter studiare anche dopo la caduta del regno dei Burgundi, nell’anno 535, quando l’area venne annessa al regno dei Franchi.



La famiglia di Sant’Aureliano era profondamente pia e religiosa: sacerdote, il padre del santo, dopo aver pronunciato i voti in età avanzata, venne nominato vescovo di Lione (549-552) e fu in seguito santificato. Il cugino San Nicezio successe allo zio Sacerdote come vescovo di Lione, mantenendo la cattedra sino alla sua morte, nell’anno 573. Il grande appoggio del re Childeberto I fece sì che Sant’Aureliano potesse essere nominato vescovo dell’importante città di Arles alla giovanissima età di 23 anni, nel 546. Arles, antica capitale della Gallia romana, era una città chiave per il controllo della Francia meridionale: Childeberto desiderava un uomo capace alla guida della diocesi, per opporsi ai potenti vicini Goti e guadagnarsi l’accesso al Mar Mediterraneo.



La totale fiducia del re Childeberto e le indubbie doti morali di Sant’Aureliano fecero sì che nell’anno 548, all’età di venticinque anni, il giovane vescovo ricevesse da papa Vigilio anche l’importantissima carica di vicario pontificio per la Gallia. Sant’Aureliano, per lottare contro l’eresia ariana che era diffusissima nella regione, iniziò una massiccia opera di predicazione per cercare di convertire i suoi concittadini.

Pochi mesi dopo essere stato nominato vicario pontificio, Sant’Aureliano utilizzò i nuovi poteri ottenuti per edificare un monastero all’interno di Arles, intitolato ai Santi Apostoli.
Il re Childeberto, impressionato dalla fede e dall’intraprendenza del suo pupillo, effettuò forti donazioni in favore del monastero, sia sottoforma di denaro che sottoforma di terreni e boschi, affinché i monaci potessero provvedere autonomamente al loro sostentamento ed essere imparziali, indipendenti da qualsiasi nobile esterno.



A capo del monastero venne posto un abile monaco, San Fiorentino di Arles. Attualmente, l’edificio originario è ancora parzialmente visibile, inglobato all’interno della chiesa della Santa Croce, situata nel quartiere di La Roquette. La chiesa del monastero intitolato ai Santi Apostoli venne arricchita per volontà del vescovo Aureliano con numerose reliquie, provenienti anche dalla Terra Santa. Pochi mesi dopo aver fondato il monastero, Sant’Aureliano si impegnò per dar vita a un’abazia dove potessero risiedere e pregare anche le donne, ponendolo sotto la protezione della Vergine Maria e dandogli una regola.

Secondo le fonti storiche, Sant’Aureliano prese attivamente parte al Concilio di Orleans, aperto nell’ottobre del 549. L’anno seguente, Sant’Aureliano appoggiò il papa Vigilio nella contesa dei Tre Capitoli, che opponeva il pontefice all’imperatore Giustiniano. Sant’Aureliano inviò un suo chierico di fiducia, Anastasio, a Costantinopoli, affinché potesse avere un colloquio con il pontefice, obbligato con la forza da Giustiniano a non lasciare la città sul Bosforo sino a che non si fosse risolto lo scisma. Vigilio venne rilasciato solamente dopo otto lunghi anni di esilio, in seguito alla rinuncia alle posizioni inizialmente sostenute.

Sant’Aureliano spirò a Lione il 16 giugno del 551, ucciso probabilmente dalla peste che si era abbattuta sull’Europa meridionale in quegli anni. Le fonti storiche testimoniano che Arles venne colpita dalla peste nell’inverno tra il 549 e il 550: probabilmente Sant’Aureliano fu una delle migliaia di vite che il morbo spezzò. La tomba del santo è nella chiesa di San Nicezio, a Lione: grazie alla lapide funeraria si conosce con esattezza la data della morte di Aureliano.