Il 17 giugno la Chiesa Cattolica celebra la memoria di San Ranieri di Pisa, eremita vissuto nel XII secolo, patrono della città toscana. San Ranieri Scacceri, figlio di Gandulfo e di Mingarda Buzzacherini, nacque a Pisa nell’anno 1118. La famiglia di san Ranieri era molto abbiente, in quanto Gandulfo era un ricco mercante che si era dedicato con successo ai commerci marittimi. La grande ricchezza della famiglia, l’assenza di preoccupazioni e gli eccessivi agi fecero sì che la giovinezza di san Ranieri fosse dedicata ai vizi e ai piaceri. Nonostante i tentativi dei genitori di far riflettere il figlio affinché moderasse i suoi costumi e abbandonasse i suoi vizi, Ranieri continuava a trascorrere gran parte delle sue giornate nelle taverne del porto, bevendo e giocando d’azzardo. Nel 1137 un’incontro fortuito cambiò per sempre la vita del giovane Ranieri. Un giorno, nei pressi del porto, il giovane incontrò Alberto, un eremita appena sbarcato da una nave proveniente dalla Corsica – in quell’epoca possesso della Repubblica di Pisa – diretto al monastero pisano di San Vito. Ranieri e Alberto ebbero un lungo colloquio, iniziato sulle banchine del porto e proseguito lungo le strade che portavano al monastero.San Ranieri, improvvisamente, si rese conto di aver trascorso i primi diciannove anni della sua vita nel peccato, lontano dalla Fede. L’incontro con l’eremita Alberto provocò un profondo e doloroso travaglio interiore nel giovane Scacceri. Dopo alcuni giorni, senza dare nessun tipo di preavviso ai genitori e agli amici, San Ranieri abbandonò il suo stile di vita dissoluto e partì per un lungo pellegrinaggio in Terra Santa, per conoscere i luoghi dove Cristo era vissuto e cercare di avvicinarsi all’Altissimo. Dopo quattro anni, san Ranieri tornò a Pisa, completamente cambiato. Comunicò ai familiari la sua decisione di rinunciare alle sue ricchezze e di intraprendere la vita religiosa in completa povertà. Dopo aver dato tutti i suoi beni ai poveri, san Ranieri ripartì per la Terra Santa, trascorrendovi lunghi anni come eremita, vivendo esclusivamente delle elemosine che riceveva e sottoponendo il suo corpo a tremende mortificazioni, lunghissime veglie di preghiera ed estenuanti digiuni.Secondo una cronaca dell’epoca, san Ranieri beveva lo stretto necessario per permettere al suo corpo di sopravvivere e mangiava solamente due volte a settimana. Nel 1154, spinto dall’amico Ranieri Bottacci, ammiraglio della flotta pisana, san Ranieri lasciò la Terra Santa e rientrò in patria. Ormai stanco e in precarie condizioni di salute, san Ranieri si ritirò nel monastero di San Vito, lo stesso in cui aveva iniziato il suo cammino di conversione vari decenni prima.Venerdì 17 giugno del 1161 San Ranieri morì. La leggenda narra che nel momento della sua morte, inspiegabilmente, tutte le campane della città di Pisa suonarono a stormo, senza che nessuno le avesse toccate. La devozione popolare per il sant’uomo, già sentita mentre era ancora in vita, si fece fortissima negli anni successivi.
Nel 1284 san Ranieri venne eletto dai pisani patrono della città, in circostanze abbastanza curiose. Sino a quell’anno, il protettore di Pisa era san Sisto, festeggiato il 6 agosto. Il 6 agosto 1284, giorno di san Sisto appunto, la flotta della Repubblica di Pisa venne sbaragliata da quella della nemica Genova nei pressi dello scoglio della Meloria. La sconfitta ebbe pesantissime conseguenze per la città di Pisa, che perse la sua supremazia marittima in favore della Repubblica di Genova. I pisani, ritenendo un segno divino la sconfitta proprio il giorno del loro santo patrono, scelsero il loro concittadino morto oltre un secolo prima, l’eremita san Ranieri. Le spoglie di San Ranieri sono attualmente custodite in una cappella del Duomo di Pisa: periodicamente vengono portate in processione per la città dai fedeli. La festa di San Ranieri viene celebrata a Pisa con una particolare cerimonia: la sera della vigilia del patrono, tutti gli edifici cittadini situati sulle rive dell’Arno vengono illuminati con oltre 100 mila lumini, posti su telai lignei che ne disegnano i contorni e danno un’effetto estremamente suggestivo.