Il 20 giugno viene commemorata la Beata Vergine Maria Consolatrice (la Consolata). La Consolata è la patrona dell’Arcidiocesi di Torino e il nome Consolata deriva probabilmente dal dialetto piemontese usato per semplificare il nome in latino Consolatrix Afflictorum (consolatrice degli afflitti). Il suo culto è antichissimo e a lei è dedicato il santuario più autorevole della città di Torino. L’attuale santuario sorge sui resti antichi, ancora visibili, di una delle torri facente parte della muraglia di cinta costruita intorno alle prime colonie romane, la cosiddetta Julia Augusta Taurinorum. Nel V secolo, il vescovo San Massimo fece costruire una piccola chiesa dedicata a San Andrea con una cappella dove venne esposto un dipinto rappresentante la Vergine Maria. Uno dei primi ampliamenti di questa piccola chiesa, nel 1014, si deve al Re Arduino di Ivrea che ebbe la visita della Vergine in sogno. La Vergine gli assegnò la costruzione di una chiesa a lei dedicata.
La devozione a questa Madonna si deve principalmente a una sua visita, nello stesso anno, a un uomo cieco di Briancon (comune ora in territorio francese), Giovanni Ravacchio, a cui disse di andare nella città torinese per cercare un dipinto sacro che la rappresentava, in questo modo avrebbe avuto in dono la vista. L’uomo si mise in viaggio. Arrivato in pellegrinaggio a Torino il 20 giugno 1014 acquistò la vista per pochi attimi, il tempo necessario per scorgere il campanile della piccola chiesa di Sant’Andrea. L’uomo iniziò a scavare nei pressi del campanile e portò alla luce il dipinto sacro. Come promesso, ebbe in dono la vista. L’allora vescovo Mainardo, venuto a sapere del miracolo, fece ricollocare il dipinto nel santuario. Il santuario venne restaurato ed elevato a basilica.
All’interno della basilica, nel 1595, venne collocata una lapide che riproduce il contenuto di un manoscritto risalente all’anno 1014 che conferma il miracolo. Oggi la copia originale del sacro dipinto legato a questo miracolo è andato perduto e l’attuale dipinto, venerato nel santuario, è stato dato in dono dal Cardinale Della Rovere. La scoperta venne rivelata da Secondo Pia, nel XIX secolo, a cui venne affidato il compito di fotografare la sacra icona allo scopo di diramare dei duplicati del dipinto. Durante il fine lavoro della scomposizione della cornice emerse la scritta Santa Maria de Popolo de Urbe, opera attribuita all’artista Antoniazzo Romano. Questo episodio non ha certo affievolito la grande devozione a questa Vergine che continua costante da secoli.
All’ampliamento di questa chiesa hanno contribuito architetti celebri come Guarino Guarini, Filippo Juvarra e Carlo Ceppi. La Vergine Consolata venne invocata dal suo popolo in molte occasioni funeste tra cui ricordiamo l’assedio nel 1760, durato mesi, alla città di Torino, da parte dei francesi e l’epidemia di colera nel 1835 dove venne eretta, fuori dal santuario, una colonna con sopra la statua della Vergine per ringraziarla del limitato numero di vittime dopo averle dedicato un voto.
Il santuario fu meta di molti santi tra cui ricordiamo San Giuseppe Cafasso (le sue reliquie si trovano all’interno del santuario), San Carlo Borromeo, San Francesco di Sales, San Giuseppe Benedetto Cottolengo, San Leonardo Murialdo, San Giovanni Bosco e il Beato Giuseppe Allamano (Rettore del santuario dal 1880 al 1926 e fondatore dell’Istituto Missioni Consolata). Svariate associazioni religiose hanno preso la loro denominazione dalla Vergine Consolata, come le suore di Maria SS. Consolatrice e le Figlie della Consolata.
La Vergine Consolata è celebrata il 20 giugno in commemorazione del miracolo del cieco di Briancon. Solenne è la processione dove una statua della Vergine viene portata per le vie della città seguita da una moltitudine di fedeli e religiosi.