Il 21 giugno, secondo il Calendario Gregoriano, la Chiesa Cattolica venera la memoria di San Luigi Gonzaga, gesuita mantovano vissuto nel XVI secolo, patrono degli studenti. San Luigi Gonzaga nacque il 9 marzo 1568 all’interno di una delle più nobili e potenti famiglie dell’epoca. Il padre di Luigi era Ferrante Gonzaga, marchese di Castiglione delle Stiviere, condottiero che servì con successo Filippo II di Spagna in numerose campagne militari, imparentato con la famiglia regnante a Mantova. La madre di Luigi era Marta Tana, nobildonna piemontese, prima dama della regina di Francia Elisabetta di Valois. Luigi Gonzaga, in qualità di primo figlio del marchese Ferrante, venne avviato sin dai primi anni della sua vita all’arte militare, per poter imparare a reggere il piccolo marchesato di Castiglione una volta superata la maggiore età.



Nonostante il volere del padre che il piccolo Luigi seguisse le sue orme di condottiero (a cinque anni il bimbo vestiva già un’armatura fatta su misura da uno dei migliori artigiani della Val Trompia), il Signore aveva chiamato il primogenito del marchese. A sette anni San Luigi iniziò a recitare i sette salmi penitenziali quotidianamente. Nel 1576, a causa di una violenta epidemia, venne trasferito con il fratello Rodolfo – futuro marchese – a Firenze, alla corte del granduca Francesco dei Medici. Nel capoluogo toscano, nonostante la giovanissima età, San Luigi fece voto di verginità perpetua nel caso lui e l’amato fratello fossero riusciti a sopravvivere all’epidemia. Nel 1579, il padre Ferrante inviò il giovane Luigi a Mantova, affinché potesse apprendere da zii e cugini la vita di corte e la maniera di gestire uno Stato. In riva al Mincio, San Luigi rinunciò ai suoi diritti sul marchesato di Castiglione delle Stiviere, cedendoli al fratello minore.



Nel 1580, San Luigi ricevette la sua prima comunione dalle mani di San Carlo Borromeo, a quell’epoca vescovo di Brescia (a cui Castiglione delle Stiviere apparteneva in quegli anni). Nel 1581, il giovane venne inviato dal padre alla corte di Madrid, per fare da paggio all’Infante Don Diego d’Asburgo (1575-1582). La morte prematura di Don Diego impressionò enormemente il giovane Luigi, facendo sì che maturasse definitivamente in lui la volontà di dedicarsi a Dio e alla cura delle anime. Il padre, contrario alla scelta del figlio, fece di tutto per farlo desistere, inviandolo ripetutamente al servizio dei maggiori sovrani dell’epoca, sperando che la frizzante vita mondana delle corti lo spingesse ad abbandonare il suo proposito di dedicarsi a Dio.



San Luigi studiò con profitto filosofia, scienze e lettere, cercando rifugio nello studio per sfuggire alle numerose tentazioni – anche carnali – a cui il padre Ferrante lo sottoponeva di continuo per spingerlo a lasciare il suo proposito di vita religiosa. All’età di diciassette anni, il 25 novembre del 1585, Luigi Gonzaga scelse definitivamente di abbandonare la vita mondana, entrando come novizio nella Compagnia di Gesù, a Roma.

Nella capitale, San Luigi si dedicò a perfezionare la sua preparazione, utilizzando il suo sapere per formare i giovani. Nel biennio 1590-1591 una gravissima epidemia si abbatté su Roma e sul Lazio, causando migliaia di vittime. Tra le migliaia di morti si annoverarono anche quelle di ben tre pontefici: Sisto V (1585-agosto 1590); Urbano VII (15-27 settembre 1590); Gregorio XIV (dicembre 1590-ottobre 1591). San Luigi Gonzaga, incurante del pericolo di un contagio, si prodigò con altri confratelli nell’assistenza ai malati, aiutando indistintamente persone di ogni condizione sociale, dimostrando che alla nobiltà di sangue corrispondeva un’uguale nobiltà d’animo.

Per il suo contatto con i malati, San Luigi Gonzaga ben presto contrasse anch’egli la pestilenza: i confratelli lo obbligarono a curarsi e a dedicarsi esclusivamente a lavori leggeri. Luigi sembrò ristabilirsi, ma, un giorno, vide un appestato adagiato sul ciglio della strada: senza curarsi minimamente delle conseguenze, il santo lo caricò sulle sue spalle – rinforzate dagli esercizi militari effettuati nell’infanzia – e lo portò all’ospedale. Lo sforzo fu fatale a Luigi, che morì pochi giorni dopo, a soli ventitré anni: era il 21 giugno del 1591. Il 19 ottobre del 1605 venne beatificato da papa Paolo V; il 31 dicembre 1726 venne canonizzato da papa Benedetto XIII. Nel 1729 venne proclamato protettore degli studenti.