Beppe Grillo si lancia, con un nuovo post apparso sul suo blog, inell’ennesima lunga invettiva contro i giornalisti e le televisioni italiane, a suo dire, serve della Casta e prive di libertà di informazione, ma soprattutto “ree” di rendere un’immagine del MoVimento Cinque Stelle non proprio lusinghiera che non rispecchierebbe la realtà dei fatti. “Ci sono sette televisioni nazionali. Tre sono pubbliche, ma in mano ai partiti. Tre di Berlusconi. Una di Cairo, ex dipendente di Berlusconi. Ogni giorno diffamano il M5S”, è infatti l’incipit del pensiero del giorno del leader pentastellato che non perde poi occasione di ricordare ai lettori che il suo partito-non-partito sia stato il più votato a livello nazionale, travolgendo PD e PdL e per questo a loro inviso. “L’Italia è 69sima nel mondo per libertà di informazione, preceduta da Paesi africani o asiatici che trattiamo con sufficienza”, continua a tuonare il comico genovese che parte poi con l’arringa vera e propria che si trasforma in un’accorata richiesta di pentimento ai giornalisti, schiavi dei loro datori di lavoro. “Mi appello a questi giornalisti. Pentitevi. Fate outing e spiegate in diretta che siete costretti a occultare, tagliare, schernire per salvare il vostro posto di lavoro”, urla quasi Grillo dalle strighe di lettere che compaiono sul web e conclude il suo pensiero con una leziosa iperbole che avvicina i giornalisti a i mafiosi. “Persino la mafia ha avuto il fenomeno del pentitismo, perché non l’informazione?”, si domanda infatti, promettendo ai “collaboratori di giustizia informativa” di fornire loro una nuova identità. E infine, chiude il discorso reiterando la sua accorata preghiera: “Pentitevi. Ve ne saremo riconoscenti. Un conduttore di telegiornale in prima serata che guardasse schifato il foglio di fronte a sé esclamando iIo questa merda non la dico!’ cambierebbe l’Italia. Pentitevi, vi perdoneremo anche se siete fuori tempo massimo da un pezzo”.