“Per le nostre radici comuni, un cristiano non può essere antisemita”. Lo ha detto oggi Papa Francesco, ricevendo in udienza in Vaticano la delegazione dell’International Jewish Committee on Interreligious Consultations. Nel corso del colloquio, avvenuto presso la Sala dei Papi al Palazzo Apostolico, il Santo Padre ha voluto anche ribadire il valore della dichiarazione “Nostra Aetate” del Concilio Vaticano II, “punto di riferimento fondamentale per la Chiesa cattolica, per quanto riguarda le relazioni con il popolo ebraico”. La Chiesa, ha sottolineato Jorge Mario Bergoglio, “condanna fermamente  gli odi, le persecuzioni, e tutte le manifestazioni di antisemitismo”. Diverso invece l’argomento principale dell’omelia pronunciata oggi durante la Messa alla Casa Santa Marta, nell’odierna Solennità della Nascita di San Giovanni Battista. Il Pontefice ha affermato che, proprio come il Santo, la Chiesa è chiamata a proclamare la Parola di Dio fino al martirio. La Chiesa, ha proseguito Papa Francesco, non deve mai prendere niente per se stessa, ma essere sempre al servizio del Vangelo. Alla Messa, concelebrata dal cardinale Gianfranco Ravasi, hanno preso parte un gruppo di sacerdoti e collaboratori del Pontificio Consiglio della Cultura, un gruppo di dipendenti della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra e uno dell’Ufficio Filatelico e Numismatico Vaticano. Papa Francesco ha anche lanciato un nuovo “tweet” stamattina dal suo account @Pontifex: “Siamo pronti a impegnarci come cristiani coerenti, 24 ore su 24, per dare testimonianza con la nostra parola e il nostro esempio?”.



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