Il 26 giugno viene commemorato San Vigilio, vescovo e martire. San Vigilio nacque verso la fine del IV secolo e morì agli inizi del V secolo. Vigilio fu il terzo vescovo di Trento e con ardimento si adoperò nella missione di evangelizzazione della sua regione con scopo di sradicare definitivamente il culto ancora molto diffuso per gli dei pagani. Della sua vita prima di divenire vescovo di Trento sappiamo ben poco. Le poche notizie che abbiamo ci rivelano le sue origini romane e che i suoi fratelli, venerati anche loro come santi, si chiamavano Claudiano e Magoriano. La sua famiglia si trasferì a Trento quando era ancora giovane. La sua istruzione teologica si svolse principalmente nella città di Atene e si completò in quella di Roma. Ad Atene instaurò una forte amicizia con San Giovanni Crisostomo (Giovanni d’Antioca), futuro arcivescovo di Costantinopoli e uno dei 35 Dottori della Chiesa. Nel 380 fece ritorno nella città di Trento dove, dopo pochi anni, venne nominato vescovo da Sant’Ambrogio.



In quel tempo, nel Trentino, era ancora molto diffusa l’ dolatria e da vescovo Vigilio si adoperò subito per evangelizzare la zona. Sempre nel Trentino, grazie a lui furono costruite molte chiese tra cui lo stesso Duomo di Trento. La sua diocesi era sprovvista di clerici e per questo San Vigilio chiese aiuto a Sant’Ambrogio affinché gli mandasse alcuni evangelizzatori. Difatti la storia lo ricorda anche per aver istruito e mandato a evangelizzare la Val di Non tre clerici della Cappadocia, Alessandro, Martirio e Sininnio, che vennero poi brutalmente martirizzati sul posto da un gruppo di pagani intenti a offrire sacrifici al loro dio Saturno. San Vigilio accorse sul posto per raccogliere i poveri resti dei tre clerici per poi dare loro degna sepoltura. Il Vescovo Vigilio inviò una parte delle reliquie al vescovo di Milano e un’altra parte al vescovo Giovanni D’Antiochia a Costantinopoli. A Sanzeno, luogo del suddetto martirio, fece costruire una chiesa in loro memoria.



Lo stesso San Vigilio fu ammirevolmente benevolo con i pagani che commisero l’orrendo omicidio chiedendo alle istituzioni la revoca della condanna a morte e la loro liberazione. Lo stesso San Vigilio è l’autore del manoscritto che racconta l’episodio dei tre missionari martiri. Il suo martirio avvenne in Val Rendena dove si recò assieme ai suoi fratelli come missionario. Mentre celebrava una messa in questa valle gettò nel fiume una statua del dio Saturno. Questo gesto suscitò l’ira dei pagani presenti che lo martirizzarono, secondo a quanto riportato da fonti non ufficiali, usando bastoni e zoccoli di legno (difatti il santo viene spesso raffigurato insieme a un bastone e a degli zoccoli di legno).



Le sue reliquie sono ancora oggi conservate nel Duomo di Trento. Questa cattedrale porta il suo nome per ordine del suo successore vescovo Eugippio che prese questa decisione dopo la diffusione del culto a questo santo. Oltre al Duomo di Trento, nel Trentino furono costruite in sua memoria molte altre chiese e alcuni comuni portano il suo nome. San Vigilio è uno dei Patroni del Trentino Alto Adige e di molti suoi comuni. Il suo culto è diffuso in tutta Italia.