Il 27 giugno viene commemorato San Cirillo d Alessandria, Vescovo e Dottore della Chiesa. Dal 412 sino alla sua morte, San Cirillo ricoprì la massima carica della Chiesa copta: Patriarca d’Egitto. La sede vescovile era insediata nella città orientale di Alessandria D’Egitto. Nipote del Patriarca di Alessandria, Teofilo, Cirillo ne prese il posto dopo la sua morte. Instancabile scrittore di opere teologiche si oppose senza riserva al paganesimo, al novazianismo e all’ebraismo lottando con convinzione per l’ortodossia. Fu protagonista assoluto nel Concilio di Efeso nel 431. San Cirillo nacque nel 370 a Teodosia d’Egitto e morì nel 444 ad Alessandria d Egitto. Il giovane Cirillo accompagnò lo zio Teofilo, Patriarca d’Egitto, ricoprendo il ruolo di Lettore, al concilio di Encina e a quello della Quercia. Alla morte dello zio, nel 412, venne eletto suo successore.
La sua nomina all’elevato potere di Patriarca d’ Egitto fu osteggiata da molti, perché veniva considerato un uomo bellicoso e inflessibile al pari dello zio. Difatti adottò uno stile persecutorio allontanando dalla città ebrei e noviziani. Ai noviziani furono chiuse tutte le chiese espropriando loro tutti i recipienti sacrali oltre a tutte le proprietà del loro vescovo. Inoltre, Cirillo entrò in pesante conflitto politico con la Prefettura di Alessandria di Oreste che non condivideva la sua presa di potere che aveva oltrepassato la soglia consentita a un vescovo. Questa discordia fu l’elemento scatenante dell’espulsione di tutti gli ebrei dalla città di Alessandria dopo che uno dei seguaci più fedeli al Patriarca Cirillo, Ierace, fu ritenuto dagli ebrei seminatore di discordia. Ierace venne denunciato al Prefetto di Oreste che lo fece arrestare e torturare pubblicamente. A seguito di questo episodio Cirillo volse minacce verso le autorità ebraiche che a loro volta reagirono trucidando alcuni cristiani. La reazione di Cirillo fu alquanto dura perché si vide costretto a cacciare dalla città tutta la comunità ebraica confiscandone ogni bene e radendo al suolo tutte le sinagoghe. Il Prefetto Oreste si inasprì per questa espulsione e rifiutò ogni tipo di conciliazione.
Per mantenere l’ordine nella città vennero in soccorso di Cirillo oltre 500 monaci parabalani che si insediarono nella città. Nel pieno di questo aspro conflitto crebbe l’odio di alcuni cristiani verso Ipazia, filosofa e astronoma pagana, molto vicina al Prefetto Oreste. Questi cristiani l’accusarono di essere l’artefice della mancata conciliazione tra Oreste e il loro vescovo. La donna venne brutalmente uccisa.Alcune fonti storiche, non comprovate, indicano il Patriarca Cirillo come mandante di questo atroce omicidio. La fonte degli avvenimenti della vita di questo santo la troviamo principalmente nelle scritture cristiane di Socrate Scolastico. In questo periodo storico, le diverse tesi teologiche orientali furono motivi di aspri scontri all’interno della Chiesa stessa. Difatti, Cirillo osteggiò vivamente le tesi antiochiane di Nestorio, Patriarca di Costantinopoli, e i suoi sostenitori, che non riconoscevano la Vergine Maria come madre di Dio e il Logos divino di Cristo.In sostanza, la dottrina di Teodosio non riconosceva l’unicità di Cristo umano e Cristo Divino. Cirillo gli indirizzò due lettere dove tentò di farlo ravvedere sulle sue tesi teologiche sottolineandone gli errori, ma il Patriarca di Costantinopoli, ritenutosi offeso, si ostinò a confermare quanto credeva.
Allora il Patriarca Cirillo chiamò in causa il Papa San Callisto I come arbitro di questa disputa scatenatasi a Costantinopoli. Il Papa, già informato dallo stesso Nestorio tramite l’invio di alcune sue omelie contestate, organizzò un concilio a Roma dove le dottrine del Patriarca di Costantinopoli furono dichiarate eretiche. Qui fu chiesto a Nestorio di ritrattare entro 10 giorni le sue teorie e fu incaricato Cirillo a fargli pervenire la diffida.
Nel 431 San Cirillo partecipò al concilio di Efeso. In questa occasione confutò definitivamente la dottrina di Teodosio presentando al clero il dogma dell’Incarnazione diviso in 12 libri. Al Concilio di Efeso la disputa fra i due si fece sempre più accesa al punto che vennero entrambi imprigionati. Cirillo vi rimase per tre mesi. Dopo molti altri diverbi Cirillo riuscì a ottenere l’esilio di Nestorio grazie anche all’appoggio dell’Imperatrice Pulchiera e di altri cortigiani. Nel 433 si tentò un accordo tra Antiochia e Alessandria, il cosiddetto Patto di Unione. Nel 451, le dottrine del Verbo incarnato e del Logos di Cristo di Cirillo vennero definitivamente approvate durante il IV Concilio Ecumenico svoltosi a Calcedonia con il Papa Leone I. San Cirillo di Alessandria morì il 27 giugno del 444. Nel 1882 venne proclamato Dottore della Chiesa da Papa Leone XXIII.