In un articolo pubblicato sul quotidiano Libero, Antonio Socci dà notizia di alcuni apparenti miracoli accaduti a Buenos Aires quando ne era arcivescovo l’attuale Papa. Miracoli tenuti nascosti fino a oggi e che stanno cominciando a essere noti. Hanno sempre a tema delle ostie. Il primo di questi avvenimenti risale al 1996, quando nella chiesa parrocchiale di Santa Maria della capitale argentina, venne ritrovata sul pavimento un’ostia evidentemente profanata. Seguendo le indicazioni per questo tipo di episodi, il parroco mise l’ostia dentro a dell’acqua e la ripose nel tabernacolo. Alcuni giorni dopo aprendo il tabernacolo l’ostia che avrebbe dovuto dissolversi era diventata un piccolo pezzo di carne sanguinante. Bergoglio era allora il vescovo ausiliare del cardinale Quarracino. Diede mandato di fotografare e riporre tutto ancora nel tabernacolo. Diventato arcivescovo di Buenos Aires e visto che quel pezzetto di carne sanguinante esisteva ancora, Bergoglio diede ordine di farlo esaminare. Era l’ottobre del 1999: le analisi rivelarono che si trattava di tessuto umano, un frammento del muscolo cardiaco della parete del ventricolo sinistro in prossimità delle valvole. E’ il muscolo che fa contrarre il cuore umano. Non solo: conteneva un gran numero di globuli bianchi, indicando che quel pezzetto di cuore era vivo e funzionante. I globuli bianchi erano poi penetrati nel tessuto, come se la persona a cui apparteneva quel cuore fosse stata picchiata duramente sul petto. Furono testimoni di queste analisi un giornalista australiano e un avvocato: gli esperti dissero loro che i globuli bianchi sopravvivono al massimo pochi minuti. Quel pezzetto di cuore ancora funzionante era stato un’ostia, come si sa. Socci racconta poi di un altro miracolo. Nel 1992, lo stesso mese in cui fu nominato vescovo ausiliare, due pezzi di ostia furono trovati sul corporale del tabernacolo. Anche questi furono messi nell’acqua per farli dissolvere, ma dopo giorni non succedeva nulla. Dopo alcuni giorni ancora avevano preso il colore rosso del sangue. Ecco cosa dice ancora Socci: “Domenica 10 maggio – alle messe serali – furono notate delle gocce di sangue sulle patene, il piattino su cui si pone l’ostia. Domenica 24 luglio 1994 mentre il ministro dell’Eucarestia prendeva il calice contenuto nel Tabernacolo si accorse che una goccia di sangue scorreva sulla parete interna dello stesso Tabernacolo”. Questi due episodi sono sempre stati tenuti nella massima segretezza: fu Bergoglio a cheidere esami approfonditi. “Le analisi si svolsero in California con le procedure usate per le indagini dell’Fbi. Un dettaglio ulteriore riguarda il campione del 1992 che conteneva anche frammenti di pelle umana. Quindi c’è stata l’analisi del laboratorio di New York col risultato impressionante che sappiamo sul campione del 1996”. Miracoli, conclude Socci, che rappresentano il miracolo eucaristico: “il grande miracolo che avviene ogni giorno, in tutte le chiese: la trasformazione del pane e del vino in Corpo e Sangue di Cristo”. A chi adesso critica Bergoglio per aver tenuto tutto nascosto, Socci dice: “L’ “impronta” è il segno di Qualcuno che è passato. E il desiderio del cardinale Bergoglio era che quanti andavano ad adorare il Signore lì presente si accorgessero che Egli si avvicina a ciascuno, passa dentro la vita di ciascuno e lascia in tutti la sua impronta. Quindi il cardinale esortava a non trasformare in un rito quell’adorazione, ma a commuoversi, a stupirsi di Gesù e a chiedergli che lasciasse la sua impronta indelebile nel proprio cuore”.