Il giorno 4 giugno la Chiesa cattolica ricorda la figura di San Francesco Caracciolo, sacerdote italiano fondatore dell’ordine dei Chierici Regolari Minori, detti Caracciolini. San Francesco, il cui vero nome era Ascanio Caracciolo, nacque il 13 ottobre 1563 a Villa Santa Maria, in provincia di Chieti, dalla nobile e ricca famiglia dei Caracciolo. Sin dall’infanzia mostrò una certa inclinazione religiosa: si sentì attratto verso l’Eucaristia e nutrì una tenera devozione alla Madonna. A ventidue anni venne colpito da una malattia, forse l’elefantiasi, che ne sfigurò il volto e il corpo: promise quindi di abbracciare lo stato ecclesiastico in caso di guarigione.
Il suo voto fu esaudito, si trasferì a Napoli, dove riprese gli studi e si dedicò particolarmente alla lettura degli scritti teologici di Tommaso d’Aquino. Fu ordinato sacerdote a 24 anni e fin da subito esercitò sacro ministero tra i reclusi nelle prigioni e i malati negli ospedali. A chi osava ringraziarlo per la sua benedizione e a volte anche la guarigione rispondeva: “Fratello, datene grazia a Dio e non a me, che sono il più tristo e malvagio peccatore che si trovi”. Il 9 aprile 1589, invece, Ascanio emise la sua solenne professione dei voti nella cappella della compagnia dei Bianchi e assunse il nome religioso di Francesco.
Poco dopo, alla morte dell’Adorno, che fino ad allora era stato la guida del gruppo, Francesco venne eletto superiore generale dell’ordine. Lasciò il governo dei Chierici Regolari Minori nel 1607 e decise di non voler più ricoprire alcuna carica nell’ordine. Dopo che la congregazione dell’Oratorio di Agnone manifestò interesse a unirsi al suo ordine, Francesco si recò in Molise per discutere di questo eventuale ingresso: Francesco Caracciolo morì presso gli oratoriani di Agnone, mentre si accingeva a tornare a Napoli.