Dopo la sentenza di appello che ha condannato il magnate austriaco Stephan Schmidheiny, imputato a Torino nel processo Eternit sulle vittime dell’amianto, a 18 anni di reclusione per disastro doloso, si apre il capitolo risarcimenti. Alle parti civili sono stati riconosciuti 89 milioni di euro, ma ottenere quanto stabilito dal tribunale non sarà così facile: innanzitutto perché la Svizzera pone numerosi ostacoli sull’esecutività delle sentenze italiane, sulle quali serve sostanzialmente il via libera anche dell’autorità giudiziaria elvetica. Poi, fatto ben più grave, ci sono le novanta famiglie che, a differenza delle altre, non verranno mai risarcite: nel maxi processo, infatti, Schmidheiny era imputato insieme al barone belga Louis De Cartier, il quale è però morto lo scorso 21 maggio all’età di 91 anni. Il decesso ha quindi fatto estinguere ogni reato e, di conseguenza, anche ogni pretesa di risarcimento delle persone a lui collegate nel processo penale. Il legale del defunto, l’avvocato Cesare Zaccone, ha confermato che “l’estinzione del reato dovuta alla morte rimuove come la corte sa tutto quello che è accaduto finora. Ci rimettiamo alle decisioni della corte”.



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