Il Pontefice ha incontrato stamani in una udienza speciale i bambini delle scuole gestite dai gesuiti in Albania e Italia. Insieme a loro insegnanti e famiglie. Con il suo stile unico e affabile, il Papa prima di cominciare l’udienza ha detto che il suo discorso era lungo ben cinque pagine, tante da poter risultare noioso. Ha così detto che ne avrebbe fatto un riassunto a voce e il testo scritto invece sarebbe stato consegnato a ciascuno al termine dell’udienza. Il Papa ha così riassunto i punti nodali dell’esperienza educativa dei gesuiti (è gesuita lui stesso): “Nell’educazione che diamo ai gesuiti il punto chiave è, per il nostro sviluppo di persona, la magnanimità. Noi dobbiamo essere magnanimi, con il cuore grande, senza paura. Scommettere sempre sui grandi ideali. Ma anche magnanimità con le cose piccole, con le cose quotidiane. Il cuore largo, il cuore grande … E questa magnanimità è importante trovarla con Gesù, nella contemplazione di Gesù. Gesù è quello che ci apre le finestre all’orizzonte” ha detto. Ha poi rivolto un invito agli educatori ricordando che per educare bene bisogna bilanciare i passi: non si può educare stando solo in una zona di sicurezza, ha detto, ma anche nella zona del rischio. Bisogna poi trovare nuove forme di educazione non convenzionali secondo le necessità dei tempi e delle persone. Dopo il Papa ha risposto ad alcune domande dei ragazzi. Uno gli ha chiesto perché avesse scelto di non vivere nel palazzo apostolico. Francesco ha risposto che lui ha necessità di vivere in mezzo alla gente. A un professore che gli chiedeva la stessa cosa, ha detto, ha risposto scherzando: “Senta professore, per motivi psichiatrici! È la mia personalità. L’appartamento – non è tanto lussuoso, tranquilla, ma non posso vivere da solo”. Ha aggiunto che non si può vivere senza amici. C’è stata anche una domanda sul tema della politica. Il Papa ha detto che coinvolgersi nella politica è un obbligo per il cristiano. “Noi cristiani non possiamo giocare da Pilato, lavarci le mani. Dobbiamo immischiarci nella politica, perché la politica è una delle forme più alta della carità perché cerca il bene comune. I laici cristiani devono lavorare in politica. Lei mi dirà: non è facile. Ma non lo è neanche diventare prete! La politica è troppo sporcata ma è sporcata perché i cristiani non si sono mischiati con lo spirito evangelico. Facile dire colpa di quello… ma io cosa faccio? Lavorare per il bene comune è dovere di cristiano” ha detto.