Ad appena due giorni di distanza dall’attacco kamikaze che in Afghanistan, davanti alla base militare nella provincia di Helmand, ha ucciso sette soldati georgiani – ferendone gravemente altri nove – della forza internazionale Nato, un’altra brutta notizia per gli Alleati dell’Isaf e per in nostro Paese. Questa mattina, infatti, in un’attentato ha perso la vita un soldato del contingente italiano: il Lince sul quale viaggiava è stato colpito da un ordigno nella zona di Farah, nell’Afghanistan occidentale. Al momento non è nota la dinamica dei fatti, anche se alcune fonti riferiscono che sia stato un civile a rendersi responsabile dell’attacco al mezzo blindato italiano, nel quale sarebbero state coinvolti anche altri militari del contingente. La zona di Farah è da sempre una delle più turbolente dell’area affidata alla supervisione italiana: già il 26 maggio, un altro convoglio italiano era esploso a causa di un ordigno azionato a distanza che aveva ferito due bersaglieri mentre il loro mezzo di trasporto si stava dirigendo da Farah a Bala Boluk. E la recente notizia della morte del nostro concittadino non fa che allungare la lista delle vittime accertate dall’inizio del conflitto contro i Taleban: all’inizio della scorsa settimana fu il turno di dieci studenti di un liceo, due soldati della Nato e un agente di polizia, che rimasero uccisi in un attentato suicida nella provincia di Paktia, nell’Est del Paese, nella zona del bazar della città di Samkani, e due quindici giorni fa, a Kabul, un’altra italiana, Barbara de Anna, funzionaria italiana dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, al momento ricoverata in Germania con gravi ustioni sulla maggior parte del corpo, è stata tra i feriti a causa di attacco talebano.     



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